Spifferi da Francoforte

Il verdetto sul “salva euro” di Draghi va verso il rinvio

Giovanni Boggero

Il Tribunale costituzionale tedesco, che ha sede nella città di Karlsruhe, ha deciso di prendere tempo. La tanto attesa sentenza sull’Omt (Outright monetary transactions), il programma di acquisto illimitato di titoli di stato sul mercato secondario, voluto dal presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, nel settembre 2012, non arriverà entro l’autunno, come ci si aspettava, bensì, con ogni probabilità, solo nei primi mesi del nuovo anno.

    Berlino. Il Tribunale costituzionale tedesco, che ha sede nella città di Karlsruhe, ha deciso di prendere tempo. La tanto attesa sentenza sull’Omt (Outright monetary transactions), il programma di acquisto illimitato di titoli di stato sul mercato secondario, voluto dal presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, nel settembre 2012, non arriverà entro l’autunno, come ci si aspettava, bensì, con ogni probabilità, solo nei primi mesi del nuovo anno. E’ quanto rivelato al Foglio da fonti vicine alla Bce.
    Alla notizia manca ancora il crisma dell’ufficialità, ma nelle scorse ore la voce è incominciata a circolare anche sul web, in particolare sui siti più critici nei confronti dell’Omt, tanto che il leader del partito euroscettico Alternativa per la Germania (AfD), Bernd Lucke, ha invitato il Tribunale a non fuggire, ma “a prendere posizione una volta per tutte”. La sentenza riguarderà anche la compatibilità con la Costituzione tedesca del meccanismo di stabilizzazione permanente (Esm) e del Fiscal Compact, sui quali Karlsruhe si è espresso finora solo in sede cautelare. “Anche io contavo che il Tribunale si sarebbe espresso entro la fine dell’anno – rivela al Foglio un giurista vicino alla Bce che desidera però restare anonimo – Ma a quanto pare non sarà così. Al contrario i giudici sembrano aver bisogno di tempo ulteriore per la valutazione del caso”. La questione è delicata. Una declaratoria di illegittimità costituzionale dell’Omt renderebbe impossibile la partecipazione della Germania agli acquisti della Bce e, in ultima istanza, annullerebbe l’effetto anticontagio sui mercati sortito finora dal mero annuncio di Mario Draghi di volere attivare un simile programma, qualora “le condizioni lo dovessero rendere necessario”. A differenza delle precedenti pronunce del Tribunale che aveva sempre legato gli aiuti a una delibera del Parlamento, in questo caso sarebbe difficile poter ancorare un acquisto dei titoli all’approvazione parlamentare, trattandosi di operazioni da svolgere in tempi rapidi e con la dovuta segretezza. Ecco perché, chiarisce ancora il giurista, “considero che un rinvio alla Corte di giustizia europea non possa ancora darsi per escluso. Anche se nel dibattimento orale di giugno non ha avuto alcun ruolo, si tratta di un’opzione della quale il Tribunale può ancora fare uso”. Il rinvio alla Corte di giustizia del Lussemburgo consentirebbe di verificare innanzitutto la compatibilità del programma con il diritto comunitario. In un secondo tempo a Karlsruhe toccherebbe valutare se l’interpretazione offerta in sede europea sia conforme alla Costituzione tedesca. Ma perché il Tribunale prende tempo? Soltanto in ragione dell’estrema complessità della materia da analizzare? Il giurista interpellato non è di questo avviso: “Il secondo senato del Tribunale ha sinora atteso che si fossero tenute le elezioni federali. Ma non vuole aspettare a tutti i costi l’elezione e l’insediamento di un nuovo governo federale. A mio modo di vedere, il silenzio proveniente da Karlsruhe è indice di una difficoltà interna al Tribunale a trovare una soluzione”.

    Un riconoscimento (con assist) a Draghi
    I giudici costituzionali sentirebbero insomma tutto il peso di una decisione difficile. Stretti tra il pragmatismo di chi vuole evitare il collasso dell’Eurozona e l’ortodossia di chi vuol far prevalere le ragioni del diritto, il presidente potrebbe dunque preferire il rinvio della decisione al 2014. Mettere paletti oggi al programma significherebbe minarne l’efficacia e provocare in ultima istanza un rialzo dello spread tra i titoli decennali tedeschi, i bund, e i titoli di stato dei paesi periferici. Ai giudici non è certo sfuggito che “la situazione sui mercati è nettamente migliorata non da ultimo anche per l’effetto avuto dall’Omt”, conclude il giurista.

    Le notizie sul rinvio arrivano il giorno prima del consiglio direttivo della Bce. Oggi i membri dell’Istituto centrale potrebbero decidere di tagliare il costo del denaro al minimo storico oppure di avallare un secondo round di prestiti temporanei alle banche dell’Unione monetaria o invece di rimanere fermi. Gli analisti sono divisi nel valutare le prossime mosse della Bce, ma di certo la sospensione decisa a Karlsruhe potrebbe essere interpretata a Francoforte come un tacito via libera a nuove misure straordinarie per sostenere l’Eurozona.