Corporate Usa in subbuglio

Gli spiriti animali di Microsoft addentano il ricco buonismo di Gates

Michele Masneri

Bill Gates rischia di essere estromesso dalla sua Microsoft; ma nel frattempo non riesce a diventare povero. Per Gates potrebbe infatti verificarsi lo stesso destino del suo rivale di sempre, Steve Jobs, quello di essere estromesso dall’azienda da lui fondata: come capitò al suo collega nel 1985, anche il patron di Microsoft rischia infatti di essere sfiduciato dai suoi azionisti; lo riferiva ieri il Guardian citando fonti vicine alla società. Secondo il quotidiano, tre dei principali investitori dell’azienda di Redmond vorrebbero che Gates lasciasse la carica di presidente, per procedere a un rinnovamento drastico del gruppo.

    Bill Gates rischia di essere estromesso dalla sua Microsoft; ma nel frattempo non riesce a diventare povero. Per Gates potrebbe infatti verificarsi lo stesso destino del suo rivale di sempre, Steve Jobs, quello di essere estromesso dall’azienda da lui fondata: come capitò al suo collega nel 1985, anche il patron di Microsoft rischia infatti di essere sfiduciato dai suoi azionisti; lo riferiva ieri il Guardian citando fonti vicine alla società. Secondo il quotidiano, tre dei principali investitori dell’azienda di Redmond vorrebbero che Gates lasciasse la carica di presidente, per procedere a un rinnovamento drastico del gruppo. La fuoriuscita del fondatore potrebbe non essere soltanto un’ipotesi: Gates da solo possiede ormai poco meno del 5 per cento delle azioni della società, dopo un’operazione di costante alleggerimento del suo pacchetto – dal 49 per cento di metà anni Ottanta – che ha coinciso anche con il suo maggior coinvolgimento nelle attività di beneficenza, principalmente la Bill and Melinda Gates Foundation, la più grande opera pia del mondo, con un budget di 37 miliardi di dollari. Gates è anche fondatore, insieme alla moglie e al finanziere Warren Buffett, di Giving Pledge, il Bilderberg dei benefattori, club esclusivo di mega miliardari che intendono lasciare la maggior parte dei loro soldi in opere di bene. Lui ha già donato, in cinque anni, circa 28 miliardi di dollari.

    Adesso i frondisti di Microsoft vorrebbero proprio che Gates continuasse su questa strada caritatevole, facendosi da parte; questo consentirebbe un rinnovamento vero nel gruppo, dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Steve Ballmer lo scorso agosto. Ballmer, veterano dell’azienda, compagno di università di Gates, è stato allontanato dopo anni di mugugni; era diventato ceo nel 2008, giusto in tempo per scontrarsi con la crisi finanziaria, il trionfo di Google, Samsung e del nuovo paradigma iPad-iPhone. Sotto la sua guida, Microsoft non è affondata come certi marchi gloriosi (BlackBerry, o la stessa Nokia rilevata recentemente proprio da Microsoft) ma ha galleggiato; così, il giorno in cui Ballmer ha annunciato le sue dimissioni, il 23 agosto, il titolo a Wall Street ha guadagnato l’8 per cento in una sola seduta.

    Le dimissioni di Ballmer segnano un’epoca: anima operativa di Microsoft, vero rivale e simmetrico antropologico della Apple di Jobs, negli anni ci aveva abituati agli spot fatti in casa, ai balletti con camicie pezzate e con il suo fisico improbabile su canzoni come “Get on your feet” o “What is love” o “The time of my life”, tormentone del film Dirty Dancing, quest’ultimo a sottofondo dell’annuncio delle sue dimissioni, su un palco, in lacrime. Da anni gli investitori chiedevano il suo allontanamento, ma finora non erano mai arrivati a chiedere quelle del nume tutelare Gates. Ad alcuni non va a genio anche il fatto che i due avranno l’ultima parola su chi sarà il nuovo ad del gruppo (tra i candidati più accreditati si parla del numero uno di Nokia, Stephen Elop, o di quello di Ford, Alan Mulally).

    Di sicuro Gates comunque non si annoierà. Oltre alla beneficenza, ha le sue startup politicamente corrette: quella che lo appassiona di più adesso è Terra Power, specializzata in reattori puliti, e che studia turbine nucleari alimentate da scorie, una specie di pietra filosofale per un nucleare ecologico. Piccolo dettaglio: il prezzo, 5 miliardi di dollari ciascun impianto. Gates potrebbe regalarne qualcuno all’umanità, magari guadagnandoci comunque: pare questa la sua condanna. Nonostante la crisi, le fronde interne e i miliardi dati via, continua infatti a diventare sempre più ricco; il mese scorso è stato confermato come l’uomo più affluente d’America, con un patrimonio di 72 miliardi di dollari, e i suoi risparmi sono cresciuti di 10 miliardi negli ultimi 9 mesi. Anche gli scossoni societari gli portano solo più soldi: le dimissioni di Ballmer, per esempio, gli hanno fatto guadagnare, grazie al rialzo del titolo Microsoft, circa 1 miliardo. In un giorno.