Quant'è difficile orientarsi a Oxford leggendo il romanzo di Dexter

Antonio Gurrado

C’è un mistero in “Niente vacanze per l’ispettore Morse”, giallo di Colin Dexter appena pubblicato da Sellerio, ma non ha niente a che fare con l’identità dell’assassino. Nel risvolto l’editore spiega che la scena del crimine è la chiesa di St. Frideswide a North Oxford. Nel romanzo tuttavia Dexter confonde le acque piazzando la chiesa prima nella zona di St. Ebbe’s, all’imbocco di South Oxford; poi in Cornmarket Street, ossia al centro spaccato della città; infine un po’ più su, all’altezza della biblioteca Taylor.

    C’è un mistero in “Niente vacanze per l’ispettore Morse”, giallo di Colin Dexter appena pubblicato da Sellerio, ma non ha niente a che fare con l’identità dell’assassino. Nel risvolto l’editore spiega che la scena del crimine è la chiesa di St. Frideswide a North Oxford. Nel romanzo tuttavia Dexter confonde le acque piazzando la chiesa prima nella zona di St. Ebbe’s, all’imbocco di South Oxford; poi in Cornmarket Street, ossia al centro spaccato della città; infine un po’ più su, all’altezza della biblioteca Taylor. In tutti questi casi la chiesa ricadrebbe inequivocabilmente nel codice postale OX1, quello del centro, e non in North Oxford dove invece è OX2.
    Ma la letteratura non si fa coi codici postali, soprattutto per una città come Oxford che nella narrativa è sempre sospesa a metà fra fantasia dell’autore e immaginario collettivo. Una rapida scorsa ai romanzi ambientati lì – per esempio “Noi” di Richard Mason (Einaudi) – mostra la tendenza dei narratori a fornire riferimenti topografici secchi, con l’indicazione precisa di vie e luoghi del centro come la Bodleian Library o la Radcliffe Camera, che si presuppongono già noti al lettore; senza accompagnarli, contrariamente al galateo romanzesco, con descrizioni della loro architettura o dei dintorni. Non serve. Nei romanzi Oxford è talmente riconoscibile che nel 1895 Thomas Hardy l’aveva fugacemente descritta in “Jude l’oscuro” chiamandola però Christminster, e oggi a Oxford c’è un pub la cui insegna riporta il nome del romanzo e ritrae il protagonista di fronte allo skyline della città e a un cartello con la scritta “Oxford”.

    Un’eccezione è “Tutte le anime” di Javier Marías (sempre Einaudi). Il narratore straniero ha anzitutto necessità di orientarsi nel labirinto di edifici accademici che i suoi personaggi sembrano già conoscere; queste duecento pagine possono quindi costituire una guida fededegna. Tanto dettaglio nella localizzazione, anche a discapito dell’azione, deriva dalla consapevolezza che, scrive Marías, “Oxford è senza dubbio una delle città al mondo in cui si lavora di meno, e vi è molto più decisivo l’esserci anziché il fare o l’agire”. Dovendo privilegiare l’ambientamento, Marías ha scelto di dedicarsi soprattutto ai luoghi; dovendo privilegiare l’azione, Dexter ha preferito approssimare la topografia.
    La conseguente difficoltà nell’ambientarci romanzi, ossia storie verosimili nel quotidiano, era chiara a Martin Amis sin dal suo esordio “The Rachel Papers”. Ciò che rende Oxford differente dalle altre città è la necessità di scegliere la prospettiva in cui guardarla, dall’alto o dal basso: “Se guardi ad altezza d’uomo e resti coi piedi per terra, non vedo come tu possa ignorare la brutta, normale, stracca e casuale vita di strada coi negozi di dischi, le lavasecco, le banche. Una volta che smetti di seguire le linee architettoniche lì in alto, è un posto come qualsiasi altro. Ma Oxford non la pensa così; non ho mai conosciuto un luogo tanto pieno di sé”. Per salvaguardare l’azione Dexter guarda dunque la città ad altezza d’uomo e lascia che i riferimenti architettonici si ingarbuglino.

    A questo gioco di ammicchi partecipa anche Sellerio. In copertina c’è una litografia che riproduce l’appuntito campanile gotico di St. Frideswide, sul quale si consumano gli omicidi decisivi nel giallo; se non che l’immagine ricorda piuttosto St. Philip and St. James, chiesa oggi in disuso che però si trova davvero a North Oxford. E St. Frideswide? E’ nel sobborgo di Osney, a West Oxford. Non ha nessun campanile da cui gettar cadaveri, ma il codice postale è OX2.