Omaggio a Sherman Hemsley

Così i Jefferson hanno cambiato l'America e la tv

Stefano Priarone

"Andiamo a svaligiare la tintoria dei Jefferson" dicono gli scalcinati mafiosi Aldo, Giovanni e Giacomo nel film "Chiedimi se sono felice". E tutti capiscono a quale tintoria si riferiscono.
I Jefferson, sitcom andata in onda negli States fra il 1975 e il 1985, popolarissima anche in Italia, nasce come spin-off di All in the Family, altra celebre serie, con protagonista l’iperconservatore Archie Bunker (Carroll O'Connor). George Jefferson (Sherman Hemsley, scomparso lo scorso 24 luglio) e la moglie Louise detta Weezi (Isabel Sanford) sono fra i personaggi ricorrenti della serie e piacciono così tanto da meritarsene una tutta loro.

    "Andiamo a svaligiare la tintoria dei Jefferson" dicono gli scalcinati mafiosi Aldo, Giovanni e Giacomo nel film "Chiedimi se sono felice". E tutti capiscono a quale tintoria si riferiscono.
    I Jefferson, sitcom andata in onda negli States fra il 1975 e il 1985, popolarissima anche in Italia, nasce come spin-off di All in the Family, altra celebre serie, con protagonista l’iperconservatore Archie Bunker (Carroll O'Connor). George Jefferson (Sherman Hemsley, scomparso lo scorso 24 luglio) e la moglie Louise detta Weezi (Isabel Sanford) sono fra i personaggi ricorrenti della serie e piacciono così tanto da meritarsene una tutta loro. George è riuscito a diventare il proprietario di una catena di lavanderie e la serie inizia quando la coppia si sposta dai Queens (dove erano vicini di Archie Bunker) a uno splendido appartamento dell’Upper East Side di Manhattan. George Jefferson, piccolo, scorbutico e determinato, è la versione nera di Archie: un afroamericano serenamente e simpaticamente razzista. Così “politicamente scorretto” (termine all’epoca non diffuso) che certe sue esternazioni (celebre il “visi pallidi” con il quale apostrofa i bianchi)  forse adesso sarebbero mitigate.
    George e Archie, nel loro reciproco razzismo, si rispettano: entrambi credono nel sogno americano. George ha fatto i soldi con le sue lavanderie e si è trasferito nel mondo dei “bianchi”.  

    I Jefferson hanno un figlio, Lionel, che va al college (altro segnale di promozione sociale per gli afroamericani) e una cameriera nera, Florence (Marla Gibbs), che ha frequenti battibecchi con George: probabilmente lei preferirebbe servire dei “padroni” bianchi, sarebbe più normale, ed è ricalcata sul modello della “servetta impertinente” della commedia dell’arte italiana.
    Fra i vicini di casa c’è la coppia mista (davvero insolita per l’epoca) bianco-nera formata dai Willis, Tom (Franklin Cover) ed Helen (Roxie Roker). Fra l’altro Roxie Roker aveva sposato un bianco anche nella realtà: era la mamma (è morta nel 1995) della rockstar Lenny Kravitz. George, visto che ha “tradito la sua razza” mettendosi con un “viso pallido”, chiama Helen “zebra”.
    I Jefferson rispecchiano il sogno di integrazione sociale del periodo, di un mondo che credeva ancora nel melting pot che avrebbe unito le varie etnie americane. 
    Sherman Hemsley era nato nel 1938 a Philadelphia ed è rimasto legato al ruolo di George Jefferson, ripreso in più occasioni, ad esempio in due puntate di Willy il principe di Bel Air, altra celebre sitcom con protagonisti afroamericani. Anche nella sua ultima interpretazione, lo scorso anno in un episodio del telefilm House of Payne, è stato il burbero ma simpaticissimo imprenditore, vero simbolo della possibilità di realizzare il sogno americano.