Fiduciosa Spd

"Merkel si tenga da conto Monti". Parla il vicepresidente del Bundestag

Giovanni Boggero

Ieri, nel giorno in cui il presidente del Consiglio, Mario Monti, incontrava a Roma la cancelliera tedesca, Angela Merkel, i socialdemocratici tedeschi oscillavano ancora tra la posizione di chi, come l’ex commissario europeo all’Industria Günter Verheugen, accusa Merkel di essersi fatta raggirare dal premier italiano nel corso dell’ultimo Consiglio europeo e quella di chi, come il sessantanovenne ex presidente del Parlamento tedesco e colonna storica dell’Spd, Wolfgang Thierse, apprezza il fatto che Monti sia riuscito a strappare un accordo di massima sul cosiddetto “scudo anti spread”.

    Ieri, nel giorno in cui il presidente del Consiglio, Mario Monti, incontrava a Roma la cancelliera tedesca, Angela Merkel, i socialdemocratici tedeschi oscillavano ancora tra la posizione di chi, come l’ex commissario europeo all’Industria Günter Verheugen, accusa Merkel di essersi fatta raggirare dal premier italiano nel corso dell’ultimo Consiglio europeo e quella di chi, come il sessantanovenne ex presidente del Parlamento tedesco e colonna storica dell’Spd, Wolfgang Thierse, apprezza il fatto che Monti sia riuscito a strappare un accordo di massima sul cosiddetto “scudo anti spread”. “Le decisioni del vertice sono da valutare positivamente – dice Thierse in una conversazione con il Foglio – Si diminuisce la pressione dei mercati sui paesi che rispettano le condizioni della Troika e per i quali non c’è motivo di richiedere tassi di interesse così elevati”. Secondo l’esponente socialdemocratico, alla luce degli sforzi riformatori del nostro paese, l’Italia è un “partner affidabile, guidato da un uomo che apprezzo molto per le sue competenze”. Ed è per questa ragione che la Germania, compresa l’opposizione, dovrebbe accettare di buon grado che d’ora in poi sia il Fondo salva stati permanente, l’Esm, ad acquistare sul mercato secondario i bond italiani e spagnoli, in modo da stabilizzarne il differenziale di rendimento.

    Secondo un sondaggio diffuso ieri da Stern-Rtl, l’opinione pubblica teutonica è d’accordo: l’unione Cdu-Csu che sostiene Merkel si attesta al 36 per cento, il suo miglior risultato da inizio maggio, sulla scorta dell’intesa di Bruxelles. “I tedeschi nel Ventesimo secolo hanno dovuto provare due volte una inflazione galoppante – osserva Thierse – Abbiamo quindi tante buone ragioni per mantenere una Banca centrale indipendente dalla politica, che abbia come obiettivo solo la stabilità dei prezzi. D’altra parte, gli acquisti sul mercato secondario della Bce sono stati fondamentali per evitare il peggio. Ora tocca però all’Esm, pur sempre nei limiti dell’eccezionalità, sgravare di questo ruolo Mario Draghi”. Anche sugli aiuti diretti alle banche da parte dell’Esm, Thierse mostra un prudente ottimismo, senza però dimenticare che “la cancelliera, nel corso del vertice, ha fatto concessioni che il giorno successivo, nella sua comunicazione al Bundestag, ha categoricamente escluso. Durante il dibattito parlamentare l’Spd non ha mancato di mettere in luce questa contraddizione”. Il paradosso è infatti che, venerdì scorso, il Bundestag abbia ratificato l’Esm in una forma che ancora esclude ciò su cui ci si è accordati il giorno prima a Bruxelles. In particolare gli aiuti diretti alle banche da parte del Fondo sono stati finora esplicitamente esclusi dalla maggioranza cristiano-liberale. Proprio sulla possibilità che l’Esm ricapitalizzi gli istituti di credito, il responsabile delle politiche di bilancio dell’Spd, Carsten Schneider, ha usato ieri parole di fuoco: “Il ‘sì’ dell’Spd a una simile modifica non è scontato, se non vi saranno condizioni severe per la ristrutturazione del settore bancario spagnolo”, ha dichiarato al settimanale Der Spiegel.

    Dopo l’approvazione del Patto sulla crescita e l’impegno della cancelliera a varare una tassa sulle transazioni finanziarie, l’Spd sembra aver esaurito le cartucce per mettere sotto pressione la Merkel. Lo stesso Thierse spiega che le ricette del Partito socialdemocratico sono “l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, il varo di un Patto per la crescita, la creazione di un fondo di riscatto e l’emissione di project-bond”. Tre di esse sono ormai in corso di realizzazione. Soltanto il fondo di riscatto rimane sul tavolo delle trattative. Ecco perché Schneider, e con lui una parte dell’Spd, hanno scelto di gettare benzina sul fuoco degli accordi raggiunti sin qui, criticando anche l’idea che sia la Bce in futuro a occuparsi della vigilanza bancaria europea. Un sussulto dovuto all’accusa della stampa tedesca ed estera, secondo cui i socialdemocratici si sarebbero ormai adagiati sull’agenda della Merkel.
    Anche Thierse, alla fine, pur rimproverando la cancelliera di aver perso tempo e di aver compromesso la stabilità economica dell’Eurozona, non se la sente di unirsi al coro di critiche provenienti dalla periferia: “La Germania non è stata affatto egoista. Già oggi siamo solidali con il resto d’Europa”, conclude.