Continuate pure a dire che siamo scarsi, sarà ancora più bello

Jack O'Malley

Quanto andrete avanti, sui vostri giornali, con la storia del gioco all’italiana e del gioco all’inglese? Li sfoglio al mattino mangiando uova e pancetta e mi chiedo se dopo l’ennesimo articolo su Roy Hodgson che fa catenaccio e contropiede e Prandelli che fa fare tanti passaggi, leggerò anche un pezzo sui portieri che non parano più a mani nude, sulla novità dei nomi dei giocatori sulle maglie e la difficoltà dei difensori ad abituarsi alla nuova regola del retropassaggio che non può più essere preso con le mani “dall’estremo difensore”.

    Quanto andrete avanti, sui vostri giornali, con la storia del gioco all’italiana e del gioco all’inglese? Li sfoglio al mattino mangiando uova e pancetta e mi chiedo se dopo l’ennesimo articolo su Roy Hodgson che fa catenaccio e contropiede e Prandelli che fa fare tanti passaggi, leggerò anche un pezzo sui portieri che non parano più a mani nude, sulla novità dei nomi dei giocatori sulle maglie e la difficoltà dei difensori ad abituarsi alla nuova regola del retropassaggio che non può più essere preso con le mani “dall’estremo difensore” (sto citando una telecronaca a caso di Rai Sport). Lo so bene, i luoghi comuni permettono di campare a lungo, e noi inglesi ci abbiamo messo del nostro per restare a voi ignoti per molti anni. Certo, l’ultimo termine di paragone che avete è la finale per il terzo e quarto posto di Italia Novanta, ma speravo che dopo averlo scritto per un anno intero a proposito di Chelsea e Manchester City (e da un decennio a proposito dello United) lo aveste capito: il gioco all’inglese è qualcosa che esiste soltanto nei manuali, quello all’italiana ormai vuole dire tutto e niente.

    Ciò detto, leggo che per voi la partita è già vinta, che peggio sarebbe stato incontrare la Francia, che il nostro allenatore è un simpatico ubriacone e nulla di più, che l’Inghilterra non vince niente dal 1966, che se non c’è un gol fantasma non siamo contenti, che Terry è un anziano con l’asma e che Rooney è un ciccione con il parrucchino, che l’unico che sa fare un passaggio è Gerrard, che nel nostro ritiro si beve gin tonic e ci si fa l’idromassaggio nelle camere da boss della camorra volute da Capello. Già, Capello: un giorno scrivete che tifa Inghilterra, quello dopo che tifa Italia, tutti i giorni che è un po’ stronzo e parlava in italiano in ritiro e che per questo Rooney ha fatto la battutina sul traduttore durante gli allenamenti. Che noia. Giochiamo male, è vero, almeno quanto voi. Ma voi continuate a dirlo, per favore, che così magari facciamo la fine del Chelsea, con tutti a dire per mesi che non sarebbe andato da nessuna parte. A quel punto sarà ancora più bello trionfare, e a voi farà più male cadere. E non rompete i coglioni con la storia che il Chelsea lo allena un italiano, che sennò torniamo da capo.