Balotelli sta forzando il suo personaggio, impari dalla parodia di Riotta

Jack O'Malley

L’arbitro Phil Dowd non sapeva dove guardare né che faccia indossare. Era costretto a stare lì a un metro dal punto in cui la punizione doveva essere battuta mentre Balotelli litigava con Kolarov su chi dovesse tirare, come bambini nei campi di periferia. A un certo punto Dowd si è passato la mano sul viso, per non mostrare l’imbarazzo e non vedere la sceneggiata che si stava consumando in campo.

    Londra. L’arbitro Phil Dowd non sapeva dove guardare né che faccia indossare. Era costretto a stare lì a un metro dal punto in cui la punizione doveva essere battuta mentre Balotelli litigava con Kolarov su chi dovesse tirare, come bambini nei campi di periferia. A un certo punto Dowd si è passato la mano sul viso, per non mostrare l’imbarazzo e non vedere la sceneggiata che si stava consumando in campo. Nello spogliatoio poi c’è stato anche l’alterco con Yaya Touré, uno di quegli episodi ormai non notiziabili perché visti già toppe volte nelle videonews online tanto del Guardian che di Repubblica e Corriere. Sono soltanto alcuni atti del dramma che si sta consumando nel Manchester City di Roberto Mancini, l’allenatore che si industria per perdere una premier che sembrava vinta e ora non riesce a battere nemmeno il Sunderland.

    Ieri sera il Manchester United ha battuto 2-0 il Blackburn portando così a cinque i punti di vantaggio sui Citizen. Che son tanti, troppi, e Mancini lo sa bene. Non essendo l’allenatore del Barcellona o un dirigente della Juventus non darà la colpa ai campi impraticabili o ai poteri forti, ma per il ciuffo più soffice della Premier sta arrivando il momento della riflessione. E lo stesso per quel fenomenale bamboccione di Balotelli, che a seconda delle stagioni è suo figlio prediletto o sciagurato. Diciamolo: Mario dovrebbe essere protetto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità per i numeri che regala sul campo e fuori, ma quando esce dal suo personaggio per diventare la parodia della parodia di se stesso non è più divertente. Certo, a volte le parodie sono molto meglio della realtà, come insegna su Twitter Gianni Ricotta con quella sua “c” maliziosa, ma qui forse si sta esagerando.