Le peripezie della conversione di Fidel Castro, la versione di Chávez

Maurizio Stefanini

Davvero Fidel Castro aspetta l’arrivo del Papa a Cuba per annunciare la più clamorosa delle conversioni? E’ stata la figlia Alina Fernández Revuelta a diffondere a inizio di febbraio il “rumor” secondo cui il padre avrebbe “riscoperto Gesù, alle soglie della morte”. Va ricordato che i contatti di Alina con il padre non sono poi così chiari: è scappata da Cuba nel 1993 e al momento è anchorwoman in una tv anticastrista di Miami. In compenso è una devota cattolica, con entrature in Vaticano.

    Davvero Fidel Castro aspetta l’arrivo del Papa a Cuba per annunciare la più clamorosa delle conversioni? E’ stata la figlia Alina Fernández Revuelta a diffondere a inizio di febbraio il “rumor” secondo cui il padre avrebbe “riscoperto Gesù, alle soglie della morte”. Va ricordato che i contatti di Alina con il padre non sono poi così chiari: è scappata da Cuba nel 1993 e al momento è anchorwoman in una tv anticastrista di Miami. In compenso è una devota cattolica, con entrature in Vaticano. Ed è stata proprio un’“Eccellenza”, a inizio febbraio, a confermare alla stampa italiana che effettivamente negli ultimi tempi Fidel si sta riavvicinando a Dio, aggiungendo che un suo incontro con Benedetto XVI in occasione della prossima visita non è ufficialmente in agenda, ma neanche escluso. Dopo tre settimane è stato il sito internet The Daily Beast a citare a sua volta una “fonte ben piazzata in Vaticano” per spiegare che, in effetti, all’incontro privato tra Fidel e il Papa si stava lavorando (anche se “non c’è garanzia né di confessione né di assoluzione”). Il primo marzo, il segretario della Conferenza episcopale cubana Pedro Félix Pérez ha finalmente fatto una dichiarazione ufficiale: “Un incontro del il Santo Padre con l’ex presidente Fidel Castro non è in programma. Ma che questo si possa verificare è una delle possibilità”.

    Fidel, che ha studiato dai gesuiti – le cui idee franchiste, secondo Carlos Franqui, l’avevano reso simpatizzante dell’Asse durante la Seconda guerra mondiale – ha sempre spiegato di essersi allontanato dalla chiesa per difficoltà a seguirne la morale sessuale monogamica, prima ancora che per ragioni ideologiche. Fu scomunicato nel 1963, quando era comunque già un marxista-leninista dichiarato e aveva proclamato il bando all’iscrizione dei cattolici nel partito unico che sarebbe durato fino al 1991. Chi ha avuto modo di parlargli (anche di recente) a proposito di temi religiosi ritiene che la conversione sia poco probabile. “Secondo me è un agnostico”, ha detto ad esempio Frei Betto, il teologo della liberazione brasiliano che nell’85 ebbe da Fidel una lunga intervista, divenuta poi bestseller, sul tema della religione. “Mi ha parlato del suo agnosticismo nel 2010”, ha detto anche la cubanologa statunitense Julia Sweig.

    Anche ambienti del filocastrismo italiano hanno commentato l’idea di una possibile conversione di Fidel in modo acido. Eppure, a insistere per la conversione di Fidel è proprio il nuovo idolo di questi ambienti, Hugo Chávez – che da sempre ha mantenuto una versione tutta personale del cattolicesimo come ingrediente essenziale del suo potpourri ideologico. L’aveva già raccontato durante la sua visita a Roma, nel 2006, dicendo: “Fidel non è cristiano, però ultimamente ha detto che è cristiano nel sociale. A lui parlo molto di Cristo e così mi ha detto: tu, Hugo, sei cristiano e io sono cristiano nel sociale”. E nel 2008, parlando a una emittente portoghese, si vantò: “Io, Fidel, l’ho fatto diventare cristiano. Mancava poco che mi dicesse: ‘Bene Chávez, sono cristiano nel sociale’”. Ora che Chávez è stato costretto a tornare a Cuba per operarsi nuovamente per il suo cancro, il 4 marzo alla Cattedrale dell’Avana si è appunto tenuta una messa “per recupero dello statista”, officiata dallo stesso nunzio apostolico Bruno Musarò, e con la partecipazione sia del cardinale Jaime Ortega sia dei ministri degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez, e venezuelano, Nicolás Maduro.