Medicina o veleno?

Il partito moralista di CDB mette zizzania tra gli ultramontiani del Pd

Alessandra Sardoni

Scalfari contro Zagrebelsky. Contro l’associazione Libertà e Giustizia che ha trasformato (ieri a Milano) la diffidenza per i tecnici al governo in ostilità aperta, in una manifestazione pubblica del genere sperimentato contro il Cav. Presenti Umberto Eco e Roberto Saviano, con alto patrocinio di Carlo De Benedetti e alta diffidenza di Eugenio Scalfari.

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    Scalfari contro Zagrebelsky. Contro l’associazione Libertà e Giustizia che ha trasformato (ieri a Milano) la diffidenza per i tecnici al governo in ostilità aperta, in una manifestazione pubblica del genere sperimentato contro il Cav. Presenti Umberto Eco e Roberto Saviano, con alto patrocinio di Carlo De Benedetti e alta diffidenza di Eugenio Scalfari: che domenica scorsa su Rep. ha chiesto di andarci piano con la tesi del “sequestro della democrazia”, tacciando di “irresponsabilità” chi, a proposito di Monti, amplifica “le critiche e i disagi che fanno parte non eliminabile del processo in corso”. Scalfari si rivolge ai partiti, ma il destinatario è il manifesto che ha il costituzionalista di riferimento, Gustavo Zagrebelsky, come primo firmatario, e in cui si accetta la fase Monti come la medicina che potrebbe diventare presto “veleno che uccide”. Che le visioni fossero inconciliabili si era visto nelle prime settimane di vita del governo, quando Scalfari e Zagrebelsky si erano dati rispettivamente del “cretino” e dello “stolto”.

    Oggi però la zizzania del partito di Rep. registra anche dei riflessi nel mondo del Pd. Il tifo per il ritorno della politica contro la pausa tecnica e le perplessità su un Monti bis allontanano Veltroni da CDB, avvicinando D’Alema all’Ing., sia pure solo sul piano teorico. Paradossi che il Pd osserva da una distanza di sicurezza perché il dibattito così acceso sulla sospensione della democrazia ha un convitato di pietra: il Quirinale; che peraltro non aveva nascosto la sua insofferenza per quelle obiezioni nel discorso di Natale. Il manifesto di L&G premette al punto numero uno che Napolitano ha esercitato “una difficile supplenza in stato di necessità”, che il movimento ha “salutato con sollievo la svolta perché non dimentica che le forzature costituzionali avrebbero potuto indurre qualcuno a una forzatura finale”. Ma lì finisce la prudenza mentre la visione allarmista per il futuro a breve fornisce argomenti ai critici del governo Monti. Risultato? La zizzania di Rep. alla fine ha messo zizzania anche nel Pd, col risultato che da ora in poi anche gli ipermontiani del Pd (alla Veltroni e alla Letta) sanno che per lavorare a un Monti bis non potranno più contare sull’appoggio prezioso del vecchio CDB.

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