That win the best

Il gran sorpasso dello United e la severgninizzazione della Juventus

Jack O'Malley

I lettori di questa rubrica non si saranno stupiti più di tanto. Lo Swansea City gioca a pallone che è un piacere – non nel senso che fanno colpi di tacco e rovesciate come se non ci fosse un domani, per quello c’è il circo Togni, oppure il Barcellona – lotta, corre, macina chilometri. “Noi contro tutto e contro tutti”. Quando ho letto questa frase pensavo che ad averla pronunciata fosse Ibrahimovic ieri oppure Thomas Hobbes tre secoli e mezzo fa. Invece scopro che l’autore è il presidente della Juventus. Possibile?

    Londra. I lettori di questa rubrica non si saranno stupiti più di tanto. Lo Swansea City gioca a pallone che è un piacere – non nel senso che fanno colpi di tacco e rovesciate come se non ci fosse un domani, per quello c’è il circo Togni, oppure il Barcellona – lotta, corre, macina chilometri. Mancini sul campo dello Swansea ha perso e con la sconfitta è arrivato il sorpasso dello United, premiato infine dalla tenacia che promana da quel monumento che è Alex Ferguson (anche i critici più feroci nel direttorio franco-svizzero del calcio europeo non possono disconoscerne il carattere monumentale). Se con una squadra da poche sterline lo Swansea sorride beato a metà classifica  è merito di quel fenomeno di Brendan Rodgers, il tiranno illuminato di questa carriola da lotta per non retrocedere trasformata in macchina da competizione europea. Nemmeno Zamparini avrebbe il coraggio di licenziarlo un allenatore così e gli strali lanciati da Sandro Bocchio (sul sito di questo stesso giornale) a proposito di certi moralismi inglesi sugli allenatori cambiati senza criterio s’applicano bene al solo Abramovich. In ogni caso apprezzo il fatto che non abbia usato calembour per criticare i miei connazionali.

    “Noi contro tutto e contro tutti”. Quando ho letto questa frase pensavo che ad averla pronunciata fosse Ibrahimovic ieri oppure Thomas Hobbes tre secoli e mezzo fa. Invece scopro che l’autore è il presidente della Juventus. Possibile? Certo, da una squadra che affida l’annuncio del silenzio stampa a Twitter, segno della severgninizzazione o della riottizzazione dei tempi – entrambi interisti, mi dicono: che gli juventini abbiano fatto del loro network preferito la voce ufficiale è una dolce nemesi – non ci si può aspettare meno dell’indignazione per i torti arbitrali che apparentemente subiscono. Avranno anche ragione, ma “contro tutto e contro tutti”, con quel tono da emergenza umanitaria, è davvero troppo per le mie orecchie britanniche.