Fra mani non strette e inni al calcio pulito si rischia l'effetto soap opera

Jack O'Malley

Se il calcio italiano si sta trasformando da tempo in un avanspettacolo senza vie d’uscita, devo ammettere che la Premier League sta imboccando la strada della soap opera. Per giunta una soap opera del politicamente corretto e delle ripicche isteriche. Ricapitolando: nell’ingresso in campo di Manchester-Liverpool, Suárez si è rifiutato di dare la mano a Evra, il difensore dello United al quale l’attaccante uruguaiano aveva dato del “negro” per una manciata di volte in una partita.

    Londra. Se il calcio italiano si sta trasformando da tempo in un avanspettacolo senza vie d’uscita, devo ammettere che la Premier League sta imboccando la strada della soap opera. Per giunta una soap opera del politicamente corretto e delle ripicche isteriche. Ricapitolando: nell’ingresso in campo di Manchester-Liverpool, Suárez si è rifiutato di dare la mano a Evra, il difensore dello United al quale l’attaccante uruguaiano aveva dato del “negro” per una manciata di volte in una partita. Suárez s’era beccato otto turni di squalifica, oltre al rimprovero collettivo, e ora ha dovuto ingoiare un Evra che per la prima volta in vita ha festeggiato la vittoria (2-1) caricando il pubblico ma strategicamente posizionato a otto centimetri da uno schiumante Suárez costretto giocoforza a mandar giù.

    La stessa accusa, quella di razzismo, pende su John Terry, al quale la federazione inglese ha strappato la fascia di capitano della Nazionale sulla base della semplice possibilità che potesse aver distribuito insulti a sfondo razziale come un Suárez qualsiasi. Anche Cameron è intervenuto contro il razzismo, ma il downgrade del capitano ha fatto incazzare Capello, che ha finalmente trovato la scusa per fare quello che aspettavamo da tempo: dimettersi. Non dimentichiamo poi che Terry è anche quello che ogni volta che incontra Wayne Bridge sul campo prova a dargli la mano, senza risultati, per la vecchia tresca con l’ex fidanzata.

    E infine, sempre per la serie rapporti a distanza, c’è la rappacificazione fra Tévez e Mancini, la risoluzione più improbabile per un binomio dato per morto; l’allenatore sembrava a suo agio a difendere il primato in classifica, l’altro a sguazzare nei mari brasiliani e bere caipirinha. Ora, ci sono molte più cose calcisticamente pregevoli in questa stagione della Premier League che nelle ultime otto della Liga (e mi hanno detto che esiste anche il campionato francese, pensate un po’), ma forse stanno esagerando con insulti, mani non date e pool che indagano sul calcio pulito.