Il succo del derby (e non solo)

Jack O'Malley

Così, di provocazione in sfottò, si finirebbe per finire nella vecchia (e cara) caciara calcistica italiana, dove una partita imbarazzante per tasso tecnico e indecente per qualità erbosa è ugualmente in grado di suscitare passioni forti. L’ho apprezzata nella sua infinita noia anche grazie a Gazza Offside, un programma sul sito della Gazzetta che mi sforzo di guardare quando temo di finire in uno dei miei eccessi euforici da Premier League.

    Londra. Se Aldo Cazzullo intervistasse Ignazio Abate gli farebbe una domanda scomoda a bruciapelo: “Si dice che lei giochi nell’Inter”. Lui: “No”. Cazzullo: “Ne è proprio sicuro?”. Oppure: “Si dice lei fosse coinvolto nel giro di mazzette del Pio Albergo Trivulzio”. Lui: “Nel 1992 avevo sei anni”. Cazzullo: “Non sia elusivo”. Così, di provocazione in sfottò, si finirebbe per finire nella vecchia (e cara) caciara calcistica italiana, dove una partita imbarazzante per tasso tecnico e indecente per qualità erbosa è ugualmente in grado di suscitare passioni forti. L’ho apprezzata nella sua infinita noia anche grazie a Gazza Offside, un programma sul sito della Gazzetta che mi sforzo di guardare quando temo di finire in uno dei miei eccessi euforici da Premier League. “Colpo di biliardo”, “sputare sangue”, “ghigno cinico”, “rosicchiare tre punti”, “fiato corto” sono soltanto alcune delle frasi fatte che fanno sembrare avvincente una partita da almanacco per quanto riguarda il numero dei passaggi sbagliati.

    A proposito di almanacchi, che il ritorno in campo di Paul Scholes non fosse affare per nostalgici lo ha dimostrato il gol rifilato sabato al Bolton dal centrocampista dello United che aveva smesso di giocare a maggio e ha ricominciato la scorsa settimana nel derby contro il City in FA Cup. L’esultanza da bambino verso i tifosi faceva a pugni con la faccia da vecchio che il tempo gli ha ormai appiccicato addosso, ma il Dio del calcio una risata se l’è fatta di sicuro. Comunque non è dei due Manchester che voglio parlare, oggi. Il Tottenham è ufficialmente il nuovo Arsenal: sorprende, vince, gioca, ma ogni volta che potrebbe dare l’assalto alla vetta (scusate l’espressione da Rai Sport) fallisce. A proposito di Arsenal, noi vi avevamo avvertiti: lo Swansea non è un Novara anglosassone, venuto nella massima serie per prendere sberle da chiunque passi da quelle parti, ma è squadra cazzuta, roba che nella Liga finirebbe in Champions League (battendo anche il Barcellona, cosa che in Spagna in questo momento sta però facendo chiunque, tranne il Real Madrid). Intanto qui tutti giurano che è il momento di Fernando Torres: presto tornerà il bomber che tutti conosciamo. Scusate, Torres chi?