Il trasversalismo dello scandalo

Redazione

Una bicamerale degli affari? Questa è l'immagine che emerge dalle indagini sulla holding pubblica della difesa, Finmeccanica, e che coinvolgono ora (tra le smentite dell'interessato) il segretario amministrativo dell'Udc, Giuseppe Naro. Il titolo ha toccato un picco negativo di oltre il 6 per cento: oggi capitalizza un terzo rispetto a febbraio.

    Una bicamerale degli affari? Questa è l'immagine che emerge dalle indagini sulla holding pubblica della difesa, Finmeccanica, e che coinvolgono ora (tra le smentite dell'interessato) il segretario amministrativo dell'Udc, Giuseppe Naro. Il titolo ha toccato un picco negativo di oltre il 6 per cento: oggi capitalizza un terzo rispetto a febbraio.

    Contemporaneamente si moltiplicano le iniziative giudiziarie che lambiscono il top management, e i dirigenti di aziende pubbliche e private che avrebbero beneficiato di appalti contro favori o tangenti. Dopo gli arresti di Guido Pugliesi (amministratore delegato di Enav, l'ente di assistenza al volo, manager notoriamente in quota Udc-Casini), di Manlio Fiore (direttore di Selex, controllata di Finmeccanica guidata da Marina Grossi, moglie di Pier Francesco Guarguaglini, confermata ieri dal consiglio di amministrazione alla testa della società nonostante una lettera di Orsi che la invitava a dimettersi) e di Marco Iannilli, commercialista del “gruppo Mokbel”, la storiaccia manageriale-malavitosa di ormai due anni addietro, c'è il preavviso di un consiglio di amministrazione per la prossima settimana in cui i consiglieri puntano a ritirare a Guarguaglini le deleghe rimaste: strategie, alleanze e rapporti con gli azionisti. Fin qui una non straordinaria storia di affari, politica e quelli che pigramente si definiscono faccendieri. Sennonché nel caso Finmeccanica c'è altro.

    Mentre indagati, arrestati e coinvolti respingono con forza addebiti e insinuazioni, un uomo del presidente (cioè di Guarguaglini), l'ex capo delle relazioni istituzionali Lorenzo Borgogni, sta parlando. Le sue dichiarazioni hanno da una parte aperto un nuovo filone su Marco Milanese, l'ex braccio destro di Giulio Tremonti, e su politici del centrodestra, dall'altra portato le indagini “presso l'ufficio dell'onorevole Casini”, nella sede Udc di Piazza di Spagna. Qui Di Lernia  avrebbe consegnato 200 mila euro cash. Non solo il governo non più in carica, quindi, non solo il solito Milanese, ma anche il partito che sarebbe uscito da vincitore (sicuramente il più soddisfatto) con l'insediamento di Mario Monti. Insomma, chi dipinge l'inchiesta come specchio del governo di centrodestra, sbaglia per propagandismo e per gola.

    Dossier o articoli di giornali?
    E non solo Borgogni e Di Lernia, ma parla anche Lorenzo Cola, il consulente, naturalmente “super”, che ha trattato l'acquisizione della Drs, prima azienda americana di elettronica militare, grazie alla quale Finmeccanica può dirsi basata negli Usa e concorrere meglio alle commesse del Pentagono. Tra le carte dei magistrati si leggono frasi un po' banalotte, stile giornalistico, tipo: “L'interessamento di Milanese per la nomina di Flavio Cattaneo alla presidenza” (nomina non andata in porto), o i “suggerimenti per il consiglio di amministrazione” dei pidiellini Ignazio La Russa e Carlo Giovanardi, del leghista Giancarlo Giorgetti, addirittura “un'indicazione di Gianni Letta per conto di Carlo Giovanardi”. Mentre “il grado di potere” di Pugliesi si ricaverebbe “dal numero di appuntamenti riportati sulla sua agenda nonché dallo spessore dei politici di riferimento, da Tremonti al senatore Andreotti, oltre che da frequentazioni con i deputati Brancher e Naro”. E c'è chi giura che un filone, dopo i centristi, punterebbe su personaggi vicini alla sinistra: sul caso Enac, bersaniani e dalemiani sono stati già lambiti.

    Se non vogliamo giocarci l'industria della difesa, uno dei pochi campioni nazionali superstiti, dopo aver fatto pulizia – dice un addetto ai lavori – urge forse una bicamerale vera. Magari sull'esempio del celebre sottocomitato del congresso Usa che discute di appalti militari alla luce del sole, lobby (visibili) comprese.