L'uomo che voleva viaggiare nello spazio

Simone Trebbi

Di turismo spaziale si parla già da qualche giorno, da quando la Virgin Galactic ha messo in vendita (anche in Italia) i biglietti extralusso per gravitare qualche ora intorno alla terra. Ma chi c'è dietro il grande business? Richard Branson non ama licenziare e un ottimo modo per indurlo al taglio del personale è quello di appellarlo con titoli quali "mister, dottor, signor". Il sessantunenne britannico, uno degli uomini più ricchi del Regno Unito, è per tutti – dai familiari, ai manager, fino ai neoassunti – semplicemente Richard.

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    Di turismo spaziale si parla già da qualche giorno, da quando la Virgin Galactic ha messo in vendita (anche in Italia) i biglietti extralusso per gravitare qualche ora intorno alla terra. Ma chi c'è dietro il grande business? Richard Branson non ama licenziare e un ottimo modo per indurlo al taglio del personale è quello di appellarlo con titoli quali "mister, dottor, signor". Il sessantunenne britannico, uno degli uomini più ricchi del Regno Unito, è per tutti – dai familiari, ai manager, fino ai neoassunti – semplicemente Richard. In barba al nome completo, che meglio si addice a un baronetto in tweed piuttosto che al re dei capitalisti hippie e disinvolti che snobba ogni formalità: Sir Richard Charles Nicholas Branson.

    Chi può raccontarlo, torna volentieri
    con la mente ai tempi in cui Branson sognava di guadagnare qualche sterlina con la sua prima creazione, il giornalino scolastico “Student”. Quella che ne emerge, è la figura di un giovane vagabondo, dotato di una dialettica incantatrice e che passa ore tra piccoli business (immancabile la compravendita di francobolli, un classico d'altri tempi) e intere giornate a inseguire quella che oggi, in gergo, chiameremmo patonza, alla faccia del vociferarsi sulla sua presunta omosessualità.

    A prevalere su tutto però,
    una passione smisurata per la musica. A soli ventidue anni Richard ha la sua intuizione della vita: con un discreto gruzzolo messo da parte nei modi più disparati fonda l'etichetta discografica che in quarant'anni è diventata una delle più importanti del mondo. La Virgin Records entra di diritto nella leggenda con i primi Lp pubblicati: Mike Oldfield, Bryan Ferry, ma soprattutto Phil Collins e Sex Pistols. Con l'arrivo di successo e denaro crescono anche eccessi e personalizzazioni in grande stile: Richard si impone sempre più come una figura di riferimento nell'imprenditoria mondiale, sapiente non solo con le sette note.

    Agli innumerevoli premi vinti d
    alla sua Virgin Music & Records (rilevata in seguito dalla Emi), si affiancano nuovi progetti, a suo tempo talmente pionieristici da risultare ancora oggi perfettamente adeguati alla modernità contemporanea. L'affascinante e spigliatissimo biondo del Surrey è proprietario infatti di quattro compagnie aeree: la Virgin Atlantic, Express, Blue e America. Viaggi per tutti i gusti e, cosa ancora più importanti, adatti a tutte le tasche, dal lusso della classe Atlantic al low cost della Express. Ora al business dei cieli e dei fondali (con il veicolo Deepflight Challenger esplorerà una delle cinque fosse più profonde degli oceani), Branson aggiunge quello più futuristico eppure non così surreale. Tra meno di un anno, nel dicembre 2012 per la precisione, la Virgin Galactic comincerà a collegare terra e spazio con regolarità.

    Anche se in realtà si tratta di un lancio di centodieci chilometri – con qualche minuto di assenza di gravità, sono attimi che vengono pagati cari. Durante una conferenza stampa, Branson ha domandato ai presenti chi sarebbe attratto da un volo oltre l'atmosfera. Rivolgendosi al centinaio di persone con la mano alzata, ha detto: "Beh, dovete cominciare a mettere i soldi da parte". Il biglietto da duecentomila dollari non ha scoraggiato l'elite mondiale, tanto che al momento le prenotazioni staccate sono già cinquecento.

    Ma il futuro non si ferma qui: il milionario inglese sta già pensando al suo Virgin Space Hotel. Qualche notte in orbita con vista luna a prezzi esorbitanti, almeno inizialmente. Per Branson, non è fantascienza ipotizzare che al massimo tra dieci anni, i ragazzi si troveranno a trattare una questione annosa, con prezzi comparabili: due settimane di vacanza al mare o un volo nello spazio.

    Ultimo, ma non per importanza, risulta quantomai profetica la predizione del preside della scuola che Branson frequentava a 17 anni, rivolta ai genitori: "Il ragazzo, o finisce in galera o diventa milionario". Dato il patrimonio personale stimato in 4,4 miliardi di dollari, per Richard, barrare la seconda opzione.

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