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Osvaldo al massimo ha purgato l'infiltrato col giaccone scoperto da Repubblica

Jack O'Malley

Spero che Osvaldo abbia già fatto un bel falò con la maglietta suicida del derby. Festeggiare un gol dopo quattro minuti (le-partite-durano-novanta-minuti-più-recupero, lo sanno pure i massaggiatori) esibendo la scritta “Vi ho purgato anch'io” sulla canottiera è suicida almeno quanto scrivere che a Todi i cattolici si riuniscono per fare un partito lo stesso giorno in cui il capo dei vescovi dice a Todi di non volere fare un partito. Intanto, seduto qualche fila davanti a me all'Eastlands c'era un uomo con un giaccone sospetto.

    Spero che Osvaldo abbia già fatto un bel falò con la maglietta suicida del derby. Festeggiare un gol dopo quattro minuti (le-partite-durano-novanta-minuti-più-recupero, lo sanno pure i massaggiatori) esibendo la scritta “Vi ho purgato anch'io” sulla canottiera è suicida almeno quanto scrivere che a Todi i cattolici si riuniscono per fare un partito lo stesso giorno in cui il capo dei vescovi dice a Todi di non volere fare un partito. Il derby fa storia a sé, come direbbe un qualunque giornalista di Rai Sport. Lo sanno bene a Manchester, sponda United, dove cominciano a strizzare per la prossima sfida contro il City: sabato Ferguson ha sbagliato tutto, lasciando in panchina i migliori e schierando contro il Liverpool una banda di sbarbatelli gestiti dal solo Giggs. Risultato: 1-1 e secondo posto in classifica. Massimo Mauro, dall'alto della sua sfolgorante carriera di allenatore vincente, avrebbe detto che sir Alex non capisce niente di calcio. Nella classifica della simpatia insegue Collovati a ruota.

    Seduto qualche fila davanti a me all'Eastlands c'era un uomo con un giaccone sospetto. Il City e l'Aston Villa stavano facendo riscaldamento quando ho capito che quell'uomo era certamente un infiltrato. Ho fatto due buchi in una copia omaggio del Guardian per osservarlo senza dare nell'occhio e non c'è dubbio che lui allo stadio non c'entrasse nulla. Allora ho chiamato le redazioni del Corriere e della Repubblica, che montano sempre un caso su un presunto infiltrato con il giaccone (e poi montano un caso sullo smontaggio del caso), per segnalare l'accaduto. Al numero di via Solferino una voce registrata di Severgnini continuava a dire che “mal di pancia è una parola nuova” (e io che credevo fossero tre vecchie) e alla segreteria di Repubblica mi hanno detto che tutta la redazione stava sbobinando le conversazioni di Lavitola. E' allora che un collega molto meno sospetto mi ha sussurrato che quell'uomo col giaccone era un giornalista, e una voce dall'alto mi ha svelato una verità inconfessabile: ero in tribuna stampa.