Cari giornalisti con tanti se e tanti ma, Rooney non gioca nell'Atalanta

Jack O'Malley

Se il Manchester City non avesse pareggiato la penultima partita sarebbe in testa da solo; se Rooney avesse giocato nella sfida tra Stoke City e United i primi in classifica sarebbero i Red Devils; se Owen non avesse avuto tutti quegli infortuni sabato sarebbe stato decisivo, se Julian Ross non avesse quel problema al cuore sarebbe molto più forte di Oliver Hutton, se Beppe Severgnini scrivesse cruciverba sarebbe Bartezzaghi (difficile dire chi ci guadagnerebbe, nel caso) e, last but not least, se l'Atalanta non avesse la penalizzazione sarebbe la squadra più forte del mondo.

    Se il Manchester City non avesse pareggiato la penultima partita sarebbe in testa da solo; se Rooney avesse giocato nella sfida tra Stoke City e United i primi in classifica sarebbero i Red Devils; se Owen non avesse avuto tutti quegli infortuni sabato sarebbe stato decisivo, se Julian Ross non avesse quel problema al cuore sarebbe molto più forte di Oliver Hutton, se Beppe Severgnini scrivesse cruciverba sarebbe Bartezzaghi (difficile dire chi ci guadagnerebbe, nel caso) e, last but not least, se l'Atalanta non avesse la penalizzazione sarebbe la squadra più forte del mondo.

    A leggere le cronache sportive italiane redatte dai giornalisti con tanti se e tanti ma, pare che se solo Colantuono parlasse catalano sarebbero lì a combattere per la Champions League. Capisco la povertà del vostro campionato, la tristezza di dovere esaltare un cross sbagliato da Seedorf come una “prodezza balistica” (copyright Rai International), la pena di sostenere che Claudio “Zero tituli” Ranieri sia la persona giusta sulla panchina dell'Inter (a quando Zeman allenatore della Juventus?), ma da qui a fare titoli tipo “Se l'Atalanta non avesse i punti di penalità sarebbe capolista” ce ne passa. L'Atalanta quei punti di penalità ce li ha, quindi è “unfit to lead”. Period.

    Per fortuna ci sono anche gli economisti della Voce.info che ci spiegano che “esiste una correlazione tra la differenza reti nelle partite ufficiali della Nazionale di calcio di un paese e il tasso di crescita del pil”. Più il pil cresce, più la Nazionale è forte. Far notare che dunque la Cina dovrebbe essere fortissima e che quando i brasiliani avevano le pezze al culo non avrebbero dovuto vincere Mondiali a ripetizione implica ricevere la seguente risposta: “Be', ma ovviamente c'entra la tradizione”. Attendiamo frementi uno studio che metta in correlazione il segno della croce fatto dai giocatori entrando in campo e i gol poi fatti dagli stessi. “Dio è con loro”, ci diranno. Certo, aggiungeranno, poi bisognerebbe anche sapere giocare a calcio, ma vabbe'.