Fair play finanziario

Gli affari del calciomercato che salverebbero la stagione

Francesco Caremani

Mister X è diventato la barzelletta del calciomercato italiano, tutti alla ricerca di uno, nessuno e centomila. La verità è che ci sono pochi soldi e si cerca l'affare, sperando di prendere un top player scontato per poi accorgersi che c'è sempre qualcuno che cerca di fare la cresta sul prezzo. A contarli bene sono più i "no" che i "sì" in questa (stentata) campagna acquisti, dove alla fine chi ci guadagna di sicuro è il procuratore, mentre le società devono fare i conti con il budget e gli abbonamenti.

    Mister X è diventato la barzelletta del calciomercato italiano, tutti alla ricerca di uno, nessuno e centomila. La verità è che ci sono pochi soldi e si cerca l'affare, sperando di prendere un top player scontato per poi accorgersi che c'è sempre qualcuno che cerca di fare la cresta sul prezzo. A contarli bene sono più i "no" che i "sì" in questa (stentata) campagna acquisti, dove alla fine chi ci guadagna di sicuro è il procuratore, mentre le società devono fare i conti con il budget e gli abbonamenti.

    Certamente Markus Henriksen (Rosenborg) non accenderebbe gli entusiasmi rossoneri, eppure sarebbe il giocatore giusto per Allegri: talento, visione di gioco, resistenza, capace di ricoprire più ruoli a centrocampo, 18 anni, ha già esordito in Nazionale e costa dai 2 ai 3 milioni di euro (fonte futebolfinance.com). Difetti? E' sconosciuto.

    Il sito portoghese ha redatto una lista di quaranta giocatori, europei e sudamericani, under 21, comprovate qualità, nazionali, in procura ai migliori agenti dello scouting mondiale, con quotazioni che oscillano da 8,5 milioni a 50.000 euro.
    Maksym Koval è il portiere titolare della Dinamo Kiev, a 16 anni ha esordito in serie A e ha nel DNA le migliori qualità dell'ex scuola sovietica. E' valutato 2,4 milioni di euro, ma potrebbe essere acquistato anche per meno. Ha fatto bene la Lazio a prendere l'italiano Marchetti ma chissà se i suoi talent scout hanno mai sentito parlare di Koval. Così come del ventenne Jan Chramosta, attaccante ceco del Mlada Boleslav, eletto rivelazione dell'anno 2009, si è fatto notare nell'ultimo europeo di categoria e con 700.000 euro si porta a casa.

    Probabilmente a uno come Corvino,
    dirigente della Fiorentina, questi nomi non sono nuovi, ma in casa viola, dopo tanti giovani di belle speranze, vorrebbero anche qualche nome altisonante. Eppure c'è solamente l'imbarazzo della scelta e stiamo parlando di soli quaranta ragazzi pescati tra i maggiori campionati mondiali.
    Il brasiliano Casemiro, (19 anni, San Paolo, 7,5 milioni) è già noto alle cronache nazionali, così come l'ecuadoriano Marcos Caicedo (19, Emelec, 300.000 euro), Joel Campbell (19, Saprissa, 300.000) e Cristian Palacios (20, Penarol, 200.000). Non più di Facundo Ferreyra, attaccante ventenne del Banfield, valutato 150.000 euro, senza dimenticare la grave crisi economica che ha colpito i club argentini (e di cui abbiamo ampiamente parlato).

    E' anche vero che per il difensore Šime Vrsaljko la Dinamo Zagabria ha rifiutato dall'O. Marsiglia 4 milioni di euro. Ha 19 anni ed è valutato 4,8. La maggior parte di questi ragazzi ha già disputato competizioni internazionali, sia con il club che con la Nazionale, ma resta tra le maglie del mercato internazionale. Non a caso in questa lista non ci sono francesi, spagnoli, tedeschi e inglesi, decisamente più conosciuti e anche più cari, basti pensare solo alle rappresentative iberiche che hanno vinto i rispettivi tornei.

    Mentre l'Ajax continua a sfornare
    diamanti grezzi come il difensore danese Nicolai Boilesen (19, 1,5 milioni) e l'ala Lorenzo Ebecilio, guai a farsi ingannare dal cognome, (19, 2 milioni) che farebbe tanto comodo alla Juventus, indecisa tra Bastos ed Elia.
    Fa quasi effetto vedere giocatori valutati 2-300.000 mila euro, come il cileno Bryan Carrasco, 20 anni, difensore laterale dell'Audax Italiano, squadra della comunità tricolore. Una cosa, però, è certa, al netto del marketing si possono trovare vere e proprie occasioni che, probabilmente, non riempiono gli stadi o fanno fare il record d'abbonamenti, ma possono salvare una stagione. In epoca di fair play finanziario sarebbe l'ora di pensarci. Francia e Germania ci sono già passate, con risultati evidenti.