Money League/29

Chi vincerà la Champions League?

Francesco Caremani

Basta guardare il valore di mercato delle due rose per capire chi è il grande favorito della finale di Wembley tra Barcellona e Manchester United. Gli spagnoli hanno un valore di 554.100.000 euro contro i 387.200.000 degli inglesi. I blaugrana nella Liga appena vinta sono davanti al Real Madrid (515 milioni), mentre i Red Devils sono terzi dietro Chelsea e Manchester City. Nel calcio, nonostante sia una delle economie più importanti al mondo, regna la scaramanzia, lasciare quindi all'avversario il favore del pronostico è sport assai diffuso.

    Basta guardare il valore di mercato delle due rose per capire chi è il grande favorito della finale di Wembley tra Barcellona e Manchester United. Gli spagnoli hanno un valore di 554.100.000 euro contro i 387.200.000 degli inglesi (fonte transfermarkt.de). I blaugrana nella Liga appena vinta sono davanti al Real Madrid (515 milioni), mentre i Red Devils sono terzi dietro Chelsea e Manchester City.

    Nel calcio, nonostante sia una delle economie più importanti al mondo, regna la scaramanzia, lasciare quindi all'avversario il favore del pronostico è sport assai diffuso. Fatto sta che nel 2009 il Manchester era favorito e perse 2-0 contro il Barça, così da qualche settimana a questa parte le due società si rimpallano il ruolo, consapevoli che perdere quando tutti ti hanno già incoronato amplifica la figuraccia. Nel 2009 i catalani avevano investito in campagna acquisti 100 milioni di euro contro i 45 degli inglesi. Joan Laporta ne aveva spesi 41,5 per Dani Alves, 14 per Keita, 16,5 per Caceres, 8 per Henrique, 15 per Hleb e 5 per Piqué, di ritorno proprio dallo United. In Inghilterra, invece, erano arrivati Tosic (7) e Berbatov (38). Ma quel Barcellona aveva già Messi ed Eto'o in attacco e Iniesta e Xavi a centrocampo a fare la differenza. E poi il Manchester ne aveva spesi 103.500.000 l'anno prima, molti in prospettiva come per Anderson (31,5 milioni di euro, fonte transfermarkt.de) e Nani (25,5), mentre stonano i 25 per Hargreaves e hanno reso bene i 12,7 per Tevez.

    Qual è la differenza? Dal punto di vista debitorio poca dato che entrambi i club hanno molti problemi in proposito. Dal punto di vista delle strategie, invece, il Barcellona si affida al vivaio per l'ossatura principale, cercando di innestarvi dei fuoriclasse (vedi Messi, Ibrahimovic e ultimo Villa), lo United solo in parte.
    Quella di Wembley per Ferguson è la terza finale di Champions League in quattro anni, dimostrazione di una competitività che né il Chelsea né il Manchester City, che hanno speso molto di più, sono riuscite ad avvicinare, anche se nella finale del 2008 i londinesi sono andati vicinissimi a vincere, ma la storia è un'altra.
    Per il Barça questa è la seconda in tre stagioni, la terza in sei e potrebbe essere la prima Champions di Sandro Rosell, il presidente che è succeduto a Laporta, il quale dovrà rispondere della propria gestione economica di fronte al tribunale dello sport spagnolo e, secondo Don Balon, la sentenza sarà senza precedenti.

    Lo United è di proprietà di Malcom Glazer che lo ha acquisito nel 2005 attraverso la Red Football Limited Partnership e la Red Football General Partner Inc. Dal '95 lo è anche dei Tampa Bay Buccaneers, squadra di football americano, scontando in Europa le grandi differenze, soprattutto economiche, rispetto al meccanismo delle franchigie statunitensi. Un padre padrone, che ha avuto l'intelligenza di lasciare Ferguson al suo posto raccogliendo nuovi trofei nonostante l'agguerrita concorrenza, sportiva ed economica.

    Il Barcellona ha enormi differenze strutturali, anche perché non rappresenta solo una squadra di calcio. Con i suoi 163.00 soci è il più grande esempio di azionariato popolare al mondo, poiché nella spinta all'adesione lo sport rappresenta (a detta dei detrattori) solo una piccola percentuale, rispetto al piano sociale e a quello politico. Il Barça è l'espressione dei valori catalani e questo localismo ha condizionato negativamente il suo modello di business che se unito alla gestione Laporta ci dà un totale di 552 milioni di euro di debiti lordi (fonte Deloitte). Non a caso, per la prima volta nella sua storia ha siglato un accordo con Qatar Foundation per griffare la maglia blaugrana: 170 milioni di euro, 34 l'anno, meglio di Real Madrid (100, Bwin) e Manchester United (90, AON).

    Gli spagnoli sono avanti anche nella classifica dei ricavi 2011 (fonte futebolfinance.com/Deloitte) con 398,1 milioni di euro contro i 349,8 dello United e 122,2 a 99,4 per quanto riguarda quelli derivanti dal merchandising e affini. Un colpo di coda di questi ultimi anni dovuto alla volontà di recuperare sui debiti e a un modello diverso rispetto al passato, considerando anche le vittorie internazionali. Per il Manchester United, invece, il mercato globale non è mai stato un mistero, anche se nel 2009 registrava 826 milioni di debiti lordi.

    Chi uscirà vincitore da Wembley? Difficile fare un pronostico, ma chi lo farà dovrà pagare i premi ai giocatori, i quali aumenteranno di valore e chiederanno stipendi più alti, alla faccia del fair play finanziario, perché come recita un vecchio adagio: "Coloro che sanno vincere sono molto più numerosi di quelli che sanno fare buon uso della vittoria".

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