Portoghesi contro in finale di Europa League

Bisogna guardare Dublino stasera per capire dove andrà il calcio domani

Francesco Caremani

L'Aviva Stadium di Dublino incoronerà i principi d'Europa, i figli di un calcio minore rispetto alla nobiltà che frequenta la Champions League. Porto contro Sporting Braga, la prima finale tutta portoghese del football continentale; sfida nella sfida quella tra gli emergenti André Villas Boas e Domingos Paciencia, ex d'eccellenza che da calciatore ha vinto tutto con i Dragoes.

Leggi Ferguson come i retroscenisti di Repubblica, Mancini pronto per la Juve di Jack O'Malley

    L'Aviva Stadium di Dublino incoronerà i principi d'Europa, i figli di un calcio minore rispetto alla nobiltà che frequenta la Champions League. Porto contro Sporting Braga, la prima finale tutta portoghese del football continentale; sfida nella sfida quella tra gli emergenti André Villas Boas e Domingos Paciencia, ex d'eccellenza che da calciatore ha vinto tutto con i Dragoes. Il movimento lusitano ha al suo attivo una Coppa delle Coppe, una Uefa, una Supercoppa Europea due Mondiali per Club e 4 Champions League, insieme con un terzo posto ai Mondiali del '66 e un secondo agli Europei, giocati in casa, del 2004. Da Eusebio a Cristiano Ronaldo passando per la generazione Rui Costa, gran bel calcio ma scarsa propensione al gol e alla vittoria, a parte le eccezioni che hanno confermato la regola.

    Con Mourinho, invece, il Portogallo è diventato terra di grandi allenatori, vincenti per giunta, quasi a voler cancellare per sempre il vecchio adagio. André Villas Boas, suo ex tattico, ne sta prendendo il testimone, mentre Domingos Paciencia, a parte il bel gioco fatto vedere nei gironi di Champions, è ancora all'abc del verbo conquistare. Difficile prevedere che tipo di match uscirà fuori, potrebbe essere il più bello della stagione, oppure soffocare sotto i dettami tattici dei due giovani allenatori.

    Un dato, però, è certo: quello portoghese è un miracolo economico, proprio mentre il paese reale è in balia di una grave crisi. Nelle ultime cinque stagioni i sedici club della Primeira Liga portoghese hanno speso in campagna acquisti 343.965.000 euro (fonte transfermarkt.de), 158.960.000 in meno di quanto tutte le squadre della Liga hanno investito nella campagna acquisti 2009-10. Il Real Madrid da solo ha speso 257.400.000 euro. L'unico mercato chiuso con il segno meno è quello della stagione 2008-09 (sotto di 4.374.000 euro), altrimenti le campagne acquisti si sono sempre chiuse col segno positivo e poche sono le squadre che hanno speso più di quanto hanno incassato.

    Negli ultimi cinque campionati il Porto ha vinto quattro titoli, due coppe nazionali e due supercoppe incassando 248.545.000 euro e spendendone 130.700.000 con un più 117.845.000. E' anche vero che storicamente il Benfica ha vinto 32 scudetti, 25 il Porto, 18 lo Sporting Lisbona e uno Boavista e Belenenses, una diarchia simile a quella spagnola che affossa la competitività generale del campionato, ma non rende meno interessante l'aspetto economico di un movimento capace di primeggiare in Europa, seppur quella minore, contro squadre che possono contare su una maggiore liquidità, come quelle russe e ucraine, per fare un esempio. I 145.100.000 euro spesi dal Benfica nello stesso periodo hanno fruttato solamente un titolo e tre coppe di Lega, ma all'inizio di questa stagione ha pensato bene di rifarsi vendendo Di Maria al Real Madrid per 33 milioni e David Luiz al Chelsea per 30, incassando complessivamente 90.730.000. L'allenatore Jorge Jesus è il più vecchio dei tre e s'è dovuto scontrare con lo strapotere del Porto di questi ultimi anni, ma insieme a Villas Boas e Paciencia rappresenta la nuova scuola portoghese di un calcio bello e vincente.

    Quello che colpisce di più l'immaginario è il giovane André, conteso da mezza Europa. A molti ricorda Mourinho anche se il vero paragone è con Pep Guardiola, di Mourinho sta ripercorrendo le tappe sportive, se vincerà l'Europa League si presenterà alla prossima Champions come l'uomo da battere, anzi potrebbe diventare l'antitesi tattica del suo mentore. Nell'estate del 2008 la spesa più folle è stata fatta per Hulk, 19 milioni, investimento ben ripagato che in uscita potrebbe fruttarne una trentina e non ha ancora 25 anni, 23 gol in 30 partite di campionato. Ma la vera rivelazione è il colombiano Radamel Falcao Garcia arrivato nel 2009 dal River Plate per poco più di 5 milioni di euro: 16 gol nella Primeira Liga e altrettanti nell'Europa League di cui è capocannoniere. Numeri che rappresentano la sintesi del nuovo calcio portoghese capace di trasformarsi in un'invincibile macchina da gol con alle spalle un gioco spettacolare e molto attento dal punto di vista tattico.

    Se economicamente confrontata con Barcellona-Manchester United, la finale di Dublino tra Porto e Sporting Braga di questa sera appare quasi una sfida tra semiprofessionisti, ma guai a sottovalutarne la forza, l'arguzia e lo scouting, le stesse doti che hanno portato alla prima finale europea tutta portoghese. Se la necessità aguzza l'ingegno André Villas Boas e Domingos Paciencia ne hanno da vendere. A Dublino scopriremo chi ne ha di più.

    Leggi Ferguson come i retroscenisti di Repubblica, Mancini pronto per la Juve di Jack O'Malley