That win the best - La rubrica del Foglio sul calcio inglese

All'Arsenal mancherà Osama bin Laden, ad Ancelotti basta una parola

Jack O'Malley

L'Arsenal non è la Roma, questo è chiaro, altrimenti l'arbitro avrebbe dato il rigore netto contro il Manchester United per il mani in area di Vidic, dopo un tuffo in stile “Lago dei cigni”. L'Arsenal però ha vinto lo stesso (1-0, gol di Ramsey), si è portato a sei punti di distanza dalla squadra di Ferguson, sempre prima, allungando in questo modo l'elenco dei rimpianti a fine stagione. Ma i Gunners da ieri devono fare a meno di un tifoso speciale, Osama bin Laden.

    L'Arsenal non è la Roma, questo è chiaro, altrimenti l'arbitro avrebbe dato il rigore netto contro il Manchester United per il mani in area di Vidic, dopo un tuffo in stile “Lago dei cigni”. L'Arsenal però ha vinto lo stesso (1-0, gol di Ramsey), si è portato a sei punti di distanza dalla squadra di Ferguson, sempre prima, allungando in questo modo l'elenco dei rimpianti a fine stagione: come da quindici anni a questa parte, i Gunners potevano fare meglio e vincere di più (o almeno qualcosa) nell'ennesima annata cominciata alla grande e finita maluccio. “Lo United non ha giocato da United”, ha detto Patrice Evra commentando la sconfitta, e Ferguson, dopo averlo eliminato in Champions League, ha ammesso sorridendo che ora il Chelsea fa paura.

    Tre punti di distanza sono pochi e se domenica prossima la sfida tra Ancelotti e i Red Devils dovesse finire a favore dei Blues, Carletto diventerà di colpo come la guerra in Pakistan per Vittorio Zucconi dopo l'arrivo di Obama: da male assoluto a cosa buona e giusta. Sarà dura per l'arbitro del big match decidere chi aiutare di più, tra cinque giorni; se allo United non hanno fischiato contro un rigore lampante almeno quanto era finta la foto di Bin Laden morto che il Corriere.it ha tenuto in home page per mezza giornata ieri, il Chelsea contro il Tottenham è stato più omaggiato di William e Kate il giorno del loro matrimonio: un gol di Lampard con palla che probabilmente nemmeno supera la linea e rete in fuorigioco di Kalou per il 2-1 finale. Se è vero che a Capello bastano 100 parole per farsi capire dai giocatori (e 50 a un giornalista di Tuttosport per scrivere un articolo), ad Ancelotti ne è bastata una sola per vincere. In italiano lo chiamate “culo”, e spiega tutto molto meglio del nostro “luck”.

    All'Arsenal si sentono sempre in dovere di giustificarsi. Domenica Wenger ha voluto sottolineare che “la vittoria è stata meritata”, come se i soli due tiri in porta in 90 minuti dello United non parlassero da soli. Ma si può capire: i Gunners da ieri devono fare a meno di un tifoso speciale, Osama bin Laden. Una delle ultime volte che il leader di al Qaida fu visto in un luogo pubblico in Europa, infatti, pare sia stato un quarto di finale di Coppa delle coppe. Era il 15 marzo 1994 e ad Highbury un Arsenal che giocava un calcio più brutto di quello della Sampdoria di oggi sconfisse 1-0 il Torino con gol di Adams. Con il tempismo degno di un'entrata di Zebina, dopo l'11 settembre 2001 (sette anni dopo) la società gli proibì l'accesso allo stadio, ma i tifosi gli dedicarono persino un coro: “He's hiding near Kabul / He loves the Arsenal / Osama / Oh oh oh oh!”. Altro che violenza negli stadi.