That win the best - La rubrica del Foglio sul calcio inglese

Zucconi usa il Milan per attaccare il Cav. ma dovrebbe consultare Ilaria D'Amico

Jack O'Malley

La notizia della settimana non è il ritorno al gol di Fernando Torres, che segna una rete tendenzialmente inutile nel 3-0 del Chelsea al West Ham di sabato scorso, arrivando ad avere la stessa media realizzativa di Martinez nella Juve. No, la notizia della settimana è che Ancelotti è diventato come Leonardo. Scopro soltanto ora che su Repubblica Milano ogni martedì lui e Antonio Dipollina (definiti “supertifosi” da un occhiello in stile anni Ottanta) scrivono ai protagonisti di Inter e Milan.

    La notizia della settimana non è il ritorno al gol di Fernando Torres, che segna una rete tendenzialmente inutile nel 3-0 del Chelsea al West Ham di sabato scorso, arrivando ad avere la stessa media realizzativa di Martinez nella Juve. No, la notizia della settimana è che Ancelotti è diventato come Leonardo. Comincia a vincere quando non c'è più niente da vincere. Ora i Blues sono saliti al secondo posto, grazie anche al tradizionale suicidio dell'Arsenal (a proposito: quando capirete che Wenger non è un genio, che vale un Serse Cosmi?), così guarderanno da più vicino i festeggiamenti del Manchester United. Soltanto così si spiega il gol di Torres, in verità: un gol inutile per una vittoria inutile in una stagione al limite del fallimento che servirà solo a far dire agli esperti che “ecco, vedete, alla fine non è vero che Ancelotti ha fatto così male”. Stessa sorte che toccherà al nerazzurro Leonardo tra poche settimane. Meno decisivo e più sopravvalutato di Torres nella storia recente del calcio ricordo soltanto Bobo Vieri: a conti fatti le loro squadre non hanno vinto quasi nulla (il saldo costi/benefici non è nemmeno da fare, in questi casi, poi vengono i sensi di colpa per i bambini in Africa). E poi, diciamola tutta: Torres ha fatto il gol che ha fatto solo perché la difesa del West Ham non è stata abbastanza avara, come direbbe Vittorio Zucconi.

    A proposito di Vittorio Zucconi, scopro soltanto ora che su Repubblica Milano ogni martedì lui e Antonio Dipollina (definiti “supertifosi” da un occhiello in stile anni Ottanta) scrivono ai protagonisti di Inter e Milan. Ieri Zucconi ha scritto a Massimiliano Allegri ringraziandolo per aver messo in pratica la virtù dell'umiltà. Fra una “palla di pietra” dei Flinstones (ma non era da bowling?) e un “tanga” tricolore cucito sulla maglia (uno scudetto no?), il corrispondente da Washington spiega a chi si fosse svegliato dopo un sonno di 120 anni che la difesa è il miglior attacco e il campionato lo vince chi prende pochi gol. Ma il drammaturgo sa che il veleno si tiene per il finale: “La sua è stata la vittoria di una virtù che nel Milan, e nel nostro calcio, è più rara di una vergine alle feste di Berlusconi”. Questa frase l'ho letta due volte per essere sicuro di avere capito bene e alla fine mi sono rassegnato alla verità: Zucconi usa il Milan per attaccare Berlusconi. Martedì prossimo potrebbe usare i Chicago Bulls per attaccare Obama, Cheney per attaccare Bush, la Bibbia per attaccare Dio e magari – in un incontrollabile impeto egalitario – Repubblica per attaccare Eugenio Scalfari. Per avere qualche lezione sulla par condicio può consultarsi con Ilaria D'Amico, che in un'intervista al Corriere dice che la mattina legge, per le opinioni, “il Fatto, il Riformista e il Foglio”. E magari tifa Inter, Milan e Juve, che tanto l'importante è divertirsi.