Affondare i processi o usarli per affondare il governo?/ 2

Il clima è imputridito, forse aveva ragione chi voleva votare

Ritanna Armeni

Berlusconi vuole le leggi sulla giustizia per evitare i processi. L'opposizione vuole i processi per mandare a casa Berlusconi. Il presidente del Consiglio non può fare a meno di norme che gli evitino di essere giudicato e forse, in alcuni casi, condannato. L'opposizione non può non opporsi a leggi che hanno come prima e immediata conseguenza il rafforzamento del capo del governo e confermano un messaggio di impunità che da venti anni accompagna le vicende processuali dell'imprenditore e del politico Berlusconi.

Ogni ora sul Foglio.it verranno pubblicati interventi sul tema "Affondare i processi o usarli per affondare il governo?"

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    Berlusconi vuole le leggi sulla giustizia per evitare i processi. L'opposizione vuole i processi per mandare a casa Berlusconi. Il presidente del Consiglio non può fare a meno di norme che gli evitino di essere giudicato e forse, in alcuni casi, condannato. L'opposizione non può non opporsi a leggi che hanno come prima e immediata conseguenza il rafforzamento del capo del governo e confermano un messaggio di impunità che da venti anni accompagna le vicende processuali dell'imprenditore e del politico Berlusconi.

    La situazione, quindi, è chiara, inestricabile e, almeno per ora, senza via d'uscita. Come tutte le situazioni in cui non si vede soluzione ha imputridito il clima, ha intorbidito ogni possibile discussione, ha corrotto i comportamenti politici e personali. Chi lancia monetine è convinto che dall'altra parte ci sia chi ha comprato voti e deputati. Chi perde la testa in Parlamento e si lancia in parole e gesti inconsulti è convinto che l'opposizione alle leggi non riguardi queste, ma Silvio Berlusconi. E' inutile scandalizzarsi della condotta di questo o di quello. E' inutile fare del moralismo o pretendere il galateo sia dalle piazze che dai ministri.

    Quel che oggi non è possibile è l'uso dell'intelligenza, lo spirito critico, la scelta lucida di parte, magari, ma non di schieramento. Chi scrive è convinta (e con me molti altri della mia parte politica) che la legge sulla giustizia contenga diverse parti apprezzabili, che il processo debba essere breve (e chi lo vorrebbe lungo?) ed è persuasa dell'utilità che le alte cariche dello stato siano protette dai processi durante il loro mandato. Ma se fosse in Parlamento non voterebbe mai una legge proposta da chi ha un suo personale interesse a volerla. Così come non voterebbe l'abolizione del 41bis, che considera una norma aberrante, se questa fosse proposta da un capo mafioso. Quando si parla di regole, di giustizia, non si può votare una legge se esiste solo il sospetto che il primo ad averne il vantaggio è il capo del governo che la propone.

    E allora è vero quello che dicono molti della maggioranza quando accusano l'opposizione di centrare tutte le critiche sulla figura di Silvio Berlusconi? Sì è vero. Per una parte significativa di questo paese essere rappresentati da questo premier è diventato insopportabile. Anche chi non vede prospettive chiare dopo questo governo ed è molto, ma molto scettico sulle possibilità dell'opposizione, è convinto che solo se Silvio Berlusconi lascia il governo è possibile riprendere una discussione e tentare di guarire dall'infezione che ha preso il paese. Forse aveva ragione chi voleva le elezioni anticipate.

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