Come potrebbe andare a finire il referendum sul nucleare in Italia?

Arnaldo Ferrari Nasi

Lo studioso è in grado di registrare il mutamento dell'opinione pubblica su una determinata questione solo dopo un certo numero di anni. Vi sono però alcuni argomenti che fanno eccezione, e il nucleare è uno di questi. Sull'energia nucleare gli italiani sono radicalizzati, polarizzati: si tratta di un tema in cui, nell'opinione pubblica, ci sono le più ampie e repentine oscillazioni. L'informazione è considerata fondamentale, ma gli italiani preferiscono informarsi da un tecnico, e non un politico, e un approfondito dibattito.

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    Le variazioni nel tempo dell'opinione pubblica su determinati argomenti politici – chi lavora e chi studia nella pubblica opinione lo sa bene – sono quasi sempre molto modeste, talvolta addirittura all'interno dell'errore statistico. I sondaggi sulle priorità che i governi debbano affrontare, su quali istituzioni godano della miglior fiducia da parte del cittadino, su chi siano i politici più o meno apprezzati, non cambiano mai. E ancor meno cambiano quelli sui grandi temi, come la pena di morte o l'immigrazione.

    Dopo l'accadimento di un determinato evento, sul relativo segmento di intervistati, può essere registrata un'oscillazione di cinque, otto, dieci punti percentuali, ma subito dopo il dato ritorna attorno al valore precedente l'evento. Sono rare le volte in cui si rilevano dei lenti movimenti, che generalmente seguono sempre la stessa direzione e, nel corso degli anni, crescono o decrescono di poco o pochissimo per volta. Lo studioso è quindi in grado di registrare il mutamento dell'opinione pubblica su una determinata questione solo dopo un certo numero di anni.

    Vi sono però alcuni argomenti che fanno eccezione, e il nucleare è uno di questi. Sull'energia nucleare gli italiani sono radicalizzati, polarizzati: si tratta di un tema in cui, nell'opinione pubblica, ci sono le più ampie e repentine oscillazioni. L'informazione è considerata fondamentale, ma gli italiani preferiscono informarsi da un tecnico, e non un politico, e un approfondito dibattito. Per ora, quel che conoscono dell'argomento, viene ritenuto completamente insufficiente. In conclusione, la richiesta di alcuni, di cui si è fatto anche latore Il Foglio, di rimandare il dibattito e anche il referendum a momenti di maggiore serenità e di minore intensità emotiva, dal punto di vista di oggettività di opinione potrebbe essere positiva. Il governo, proprio ieri, ha approvato una moratoria di dodici mesi intorno alla discussione sul nucleare. Gli effetti che le situazioni contingenti possono generare sulla pubblica opinione si possono vedere dai dati rilevati in due momenti particolari della situazione mondiale.

    TAVOLA 0.
    Tutti i nuovi sviluppi in campo industriale implicano sforzi, tempo e soldi; possono anche implicare rischi.
    Ecco tre opinioni relative allo sviluppo delle centrali nucleari, che usano l'energia atomica per la produzione di elettricità.
    Quale delle tre è più vicino alla sua?

     

     

     



    Questa la situazione degli ultimi anni:


    TAVOLA 1.
    Può dirci se è d`accordo o non d`accordo con questa affermazione? “L`Italia dovrebbe tornare a sfruttare l`energia nucleare per uso civile”




    Se nel 2005 l'Italia è moderatamente contro il ritorno al nucleare civile (47 percento contrari e 40 a favore), nel 2006, all'indomani della crisi tra la Russia e l'Ucraina sul gas, il dato è capovolto: nel gennaio 2007 i favorevoli crescono addirittura di dieci punti e i contrari diminuiscono di otto.

    Nel clima di campagna elettorale della fine dello 2007,
    quando il centrodestra affronta in modo costante la tematica del nucleare, gli italiani pro-atomo sono addirittura il 61 percento, undici punti in più rispetto a qualche mese prima. Vinte le elezioni, Pdl e Lega hanno per il primo anno di governo altre priorità in agenda e di nucleare non si parla praticamente più: nel gennaio del 2009, infatti, i favorevoli scendono al 53 percento. Nei successivi dodici mesi – periodo in cui la scena mediatica ha ancora altri protagonisti – il dato sul nucleare ritorna quello di cinque anni prima: nel gennaio 2010 solo il 40 percento degli italiani sono favorevoli all'istallazione di nuove centrali. All'inizio di febbraio 2011, poi, lo spot televisivo del Forum nucleare italiano aiuta alla comparsa di un timido rialzo ( 43 percento di favorevoli).

    Per il tema nucleare, più che per altre questioni, l'informazione ed il dibattito sono centrali. Ma è informato il cittadino? Chi lo informa? E come? Alcune risposte le ritroviamo nell'Eurobarometro, il programma di ricerche della Comunità Europea, che poco più di un anno fa ha affrontato il tema con una approfondita analisi. I dati riportati ci svelano come in Italia si voglia comprendere la questione a fondo e in maniera corretta.

    TAVOLA 2.
    Quale delle seguenti fonti di informazione lei solitamente utilizza per informarsi sulla questione dell'energia nucleare?


                   

     

     

     

     

     

     



    Com'era lecito attendersi,
    la maggior parte dei cittadini si informa sulle problematiche dell'atomo attraverso la televisione (74 percento), ma giornali e riviste vengono subito dopo, citati nel 57 percento dei casi. Questo è un risultato notevole (i dati di riferimento sull'utilizzo della carta stampata quale fonte di notizie per gli italiani, infatti, ci indicano valori medi intorno alla metà di quanto rilevato) che evidenzia come sull'argomento ci sia una richiesta di approfondimento.

    TAVOLA 3.
    Quali tra le seguenti fonti, sono le tre di cui lei si fida di più per informarsi sull'energia nucleare e, soprattutto, sulla sicurezza del nucleare?

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     









    Allo stesso modo,
    gli italiani si fidano di più se i pareri arrivano da scienziati (36 percento), autorità nazionale per la sicurezza nucleare (31 percento) e organizzazioni internazionali specializzate (24 percento). Molto meno da ong (19 percento), governo (18 percento) e giornalisti (16 percento).

    TAVOLA 4.
    Per permettere di formarsi una vostra propria opinione, sui rischi e i vantaggi delle scelte energetiche in generale e del nucleare in particolare, pensate che l'informazione data dai media sia sufficiente?









    Su questo aspetto, però
    , parrebbe esserci molto da fare. Solo un quarto dei cittadini (27 percento) si ritiene sufficientemente informato dai media sull'argomento, per tutti gli altri la risposta è negativa e qualcuno non sa cosa dire.




    METODOLOGIA

    Universo        popolazione italiana adulta
    Campione    rappresentativo, 1200 casi
    Committente                AnalisiPolitica.it
    Realizzazione                Ferrari Nasi & Associati, Milano
    Rilevazione                1-3 febbraio 2011
    Documentazione completa        www.sondaggipoliticoelettorali

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