That win the best

Ecco perché a Repubblica non potrà mai piacere il Manchester United

Jack O'Malley

A Wigan ci credevano meno di Giannini quando scrive la sua rubrica sulla struttura Delta: la partita contro la prima in classifica, il Manchester United, lascia posti vuoti sugli spalti, nemmeno fosse una sfida scudetto nella vostra Serie A. Il Blackpool, che si era cucinato il Tottenham alla grande la scorsa settimana, sabato ne ha prese quattro dai Wolves. Ma non mi ha deluso. Chi mi ha deluso è invece l'Arsenal. Ha perso col Birmingham (due a uno) la Carling Cup mostrando ancora una volta la propria evanescenza.

    A Wigan ci credevano meno di Giannini quando scrive la sua rubrica sulla struttura Delta: la partita contro la prima in classifica, il Manchester United, lascia posti vuoti sugli spalti, nemmeno fosse una sfida scudetto nella vostra Serie A. Così come nelle coppe inglesi può succedere di tutto, in campionato la legge del più forte ha ancora un senso. I ragazzi di Ferguson passeggiano sui resti di un Wigan che sbaglia la tattica del fuorigioco come una Juventus qualsiasi. Doppio Hernandez, un Rooney a porta vuota facile facile (assist di un Berbatov con occhiaie da record) e un gol di Fabio chiudono la questione. Il taglio del Chicharito Hernandez sul primo gol è una di quelle cose che fanno bene agli occhi e al cuore di chi di calcio vive e scrive, ma il difensore del Wigan che se lo fa scappare meriterebbe di fare la fine dello stagista del Chelsea colpito con un colpo di pistola ad aria compressa da Ashley Cole. Humour nero a parte, ora il terzino sinistro di Carlo Ancelotti rischia una condanna a cinque anni per quell'idiozia. Di sicuro andrà meglio al ragazzo colpito, che tra l'altro ha misteriosamente avvertito forti dolori solo alcuni giorni dopo lo sparo. Forse la pistola a Cole gliel'aveva prestata Kenshiro. Lo United è imprendibile, ed è chiaro che questa squadra non piacerà mai a Repubblica: poco spettacolo, molta sostanza. Una squadra cinica, insomma.

    Il Blackpool, che si era cucinato il Tottenham alla grande la scorsa settimana, sabato ne ha prese quattro dai Wolves. Ma non mi ha deluso. Il Blackpool è fatto così: in casa entusiasma sempre, fuori casa delude. Non ci sono eccezioni a questa regola. E' una squadra rozza. Ha due trequartisti che superano i novanta chili e difficilmente (anzi mai) la sua manovra supera i limiti di velocità. Ma consiglio a tutti di collegarsi con Bloomfield Road quando gli Oranges giocano in casa. C'è il cuore della vecchia Inghilterra che lotta sul prato verde. L'azione è goffa, palla avanti di stinco e pedalare. Ma c'è qualcosa che trascina e conquista. Impossibile non innamorarsi.

    Chi mi ha deluso è invece l'Arsenal. Ha perso col Birmingham (due a uno) la Carling Cup mostrando ancora una volta la propria evanescenza. Se il Blackpool è rozzezza e cuore, l'Arsenal è gioco elegante ma tanto, troppo, latte alle ginocchia. Ottimo Alex McLeish che per commentare la vittoria dei suoi ha detto: “Quand'ero ai Rangers, tutti si aspettavano che vincessi dei trofei, perché l'unico avversario che avevamo era il Celtic. Battere invece l'Arsenal e portare a casa il mio primo trofeo in Inghilterra è un sogno che si avvera. Non abbiamo guardato i pronostici dei bookmaker, ci abbiamo creduto e basta. I miei hanno offerto una prestazione titanica, sentivo di dover gettare nella mischia Oba (Martins, ndr), ed è andata bene”.