That win the best - La rubrica del Foglio sul calcio inglese

Un po' di cose che fanno bene al calcio, come direbbero a Rai Sport

Jack O'Malley

Provate a immaginare: in un ipotetico quinto turno di Coppa Italia, il Milan gioca in casa contro la Battipagliese. Come finirebbe? Ve lo dico io. Ce l'ha fatta il Leyton Orient (terza divisione, la vostra Lega Pro) a fermare l'Arsenal – che aveva battuto i buffoni del Barcellona in Champions – e a giocarsi il passaggio del turno all'Emirates. Dunque il Chelsea è fuori. Si dice che presto fuori (dall'Inghilterra) sarà anche Carlo Ancelotti, destinazione Roma. Non so se sia vero. Sta di fatto che qui gli italiani sono amati, anche se poco vincenti.

    Provate a immaginare: in un ipotetico quinto turno di Coppa Italia, il Milan gioca in casa contro la Battipagliese. Come finirebbe? Ve lo dico io. Primo, una partita del genere non ci sarebbe (le squadre di serie D, salvo rare e fugaci eccezioni, non giocano la Coppa Italia). Secondo, in un San Siro deserto (fatta eccezione per un gruppetto di tifosi ospiti) le terze linee del Milan vincerebbero con sei o sette gol di scarto. Inghilterra, quinto turno di FA Cup, il torneo di calcio più antico del mondo: in un Old Trafford praticamente esaurito il Crawley Town (quinta divisione, la vostra serie D) ha fatto tremare gli uomini di Ferguson, che passano il turno vincendo per 1-0. Chi sedeva sugli spalti sabato sera ha visto uno spettacolo unico: i Red Devils di Manchester messi sotto dai Red Devils di Crawley, in un finale pazzo e stupefacente. Quando il colpo di testa di Brodie – correva il 92' – ha superato Kuszczak, ho sperato che entrasse in porta. Se Massimo Mauro è un commentatore sportivo, perché quegli undici dilettanti non possono rigiocarsela in casa e ospitare Rooney nel loro impianto da quattromila posti? Invece: “Can you believe that?!” ha gridato il collega della tv inglese quando il pallone di Brodie (che di mestiere fa il carpentiere) è rimbalzato sulla traversa. Fine dei sogni, Old Trafford in piedi, compresi i novemila tifosi del Crowley che, con le lacrime agli occhi, salutavano i Red Devils dei poveri. “Ci hanno dato una lezione”, ha commentato Ferguson. Roba che in Italia non vedrete mai.

    Ce l'ha invece fatta il Leyton Orient (terza divisione, la vostra Lega Pro) a fermare l'Arsenal – che aveva battuto i buffoni del Barcellona in Champions – e a giocarsi il passaggio del turno all'Emirates. Come direbbe un giornalista di Rai Sport, sono cose che fanno bene al calcio.

    Furbetto quell'Heitinga (John Gijsbert Alan Heitinga, difensore centrale olandese dell'Everton). Dopo aver segnato contro il Chelsea nella lotteria dei penalty finali (si era a Stamford Bridge e si era agli sgoccioli del remake del turno di FA Cup tra Chelsea ed Everton), torna verso il centro del campo. Le squadre dopo gli errori di Baines per l'Everton e di Anelka per il Chelsea sono in parità. Heitinga incrocia Ashley Cole che si avvia a calciare. Fa finta di non vederlo e gli assesta una bella spallata in pieno petto. Cole prima non capisce, poi non sa che dire, infine cerca di far finta di niente. Ma il colpo lo innervosisce e, infatti, una volta sul dischetto spara alto e condanna i Blues all'eliminazione. Da altre parti le moviole e le prove televisive si sarebbero sprecate. Qui da noi abbiamo sorriso perché scandalosa non è la spallata, bensì sarebbe stata l'eventuale sceneggiata post spallata (alla Marco Materazzi per intenderci). Dunque il Chelsea è fuori. Si dice che presto fuori (dall'Inghilterra) sarà anche Carlo Ancelotti, destinazione Roma. Non so se sia vero. Sta di fatto che qui gli italiani sono amati, anche se poco vincenti. Da Vialli a Ranieri fino ad Ancelotti, il Chelsea ha una sua vocazione italiana che l'eventuale dipartita di Carletto non spegnerà.