I campi nomadi che non vuole nessuno

Arnaldo Ferrari Nasi

Nell'ambito di un più completo studio sui comportamenti non tolleranti, AnalisiPolitica ha appena riproposto ad un campione rappresentativo di italiani adulti la domanda chiave di un lavoro del 2008, che mirava a comprendere il grado di ostilità della cittadinanza italiana nei confronti delle comunità nomadi sul territorio. La domanda richiedeva il grado di accordo con l'affermazione: “I campi nomadi vanno chiusi anche solo per proteggere i cittadini italiani”. Oggi, come tre anni fa, il 54 per cento degli italiani, la maggioranza, si dichiara a favore della chiusura.

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    Alcuni giorni fa Tiziana Maiolo ha annunciato le proprie dimissioni da portavoce di Futuro e Libertà per la città di Milano, dopo le polemiche suscitate da una sua frase pronunciata durante un'intervista radiofonica ("E' più facile educare un cane che un rom").

    Nell'ambito di un più completo studio sui comportamenti non tolleranti, AnalisiPolitica ha appena riproposto ad un campione rappresentativo di italiani adulti la domanda chiave di un lavoro del 2008, che mirava a comprendere il grado di ostilità della cittadinanza italiana nei confronti delle comunità nomadi sul territorio. La domanda richiedeva il grado di accordo con l'affermazione: “I campi nomadi vanno chiusi anche solo per proteggere i cittadini italiani”. Oggi, come tre anni fa, il 54 per cento degli italiani, la maggioranza, si dichiara a favore della chiusura.

    Nel 2008 gli zingari erano considerati l'etnia più problematica in termini di sicurezza e di ordine pubblico. Più degli albanesi e dei rumeni. L'87 per cento della popolazione chiedeva al governo di “agire con la massima urgenza e severità, senza farsi condizionare”, e veniva richiesto l'intervento delle forze dell'ordine dall'81 per cento dei cittadini italiani per “sequestrare tutta la merce di cui gli zingari non riuscissero a dimostrare la provenienza”. L'opinione pubblica italiana nel 2008 era indubbiamente pragmatica nel cercare di risolvere ciò che era percepito come un grande problema: due cittadini su tre auspicavano un censimento “prendendo le impronte e il DNA di tutti” (il 66 per cento), mentre il 50 per cento degli italiani, contro il 46 per cento, senza alcuna distinzione di sesso, età, o area geografica, proponeva di togliere e affidare ai servizi sociali quei figli di “madri che chiedono la carità coi bambini in braccio” (Pena prevista dall'articolo 671 del codice penale, nella prassi quasi sempre non applicato).

    Unica differenza sensibile la si riscontra nell'appartenenza politica. Tornando al quesito iniziale, tra l'elettorato di centrosinistra vi sono “solo” due persone su cinque d'accordo con la proposta di chiudere i campi nomadi a prescindere, mentre nel centrodestra si arriva al 77 per cento. Alla Maiolo, che, incontrata al recente congresso fondativo di Futuro e Libertà ha avuto modo di dire: “Mi hanno fermata molte persone, anche nel mio partito, e mi hanno detto che in fondo avevo ragione”, possiamo confermare che il dato, nell'elettorato di Fli, sale ad oltre il 90 per cento ed è il più alto di tutti.

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