That win the best - La rubrica del Foglio sul calcio inglese

Sir Alex Ferguson prenda lezioni da Sir Beppe Severgnini. Forse Torres legge Kant

Jack O'Malley

Se non contemplasse la vendetta servita calda, direi fumante, il calcio non sarebbe lo spettacolo che è. Il simbolo del weekend è Torres che cambia la casacca del vostro calciobalilla e perde contro la sua ex squadra senza tirare mai in porta. Gli ultimi del Wolverhampton battono i primi del Manchester United, una vittoria evangelica che ricorda a Sir Alex Ferguson che non ci si può baloccare troppo guardando la classifica. Al Britannia Stadium i tifosi dello Stoke City, gente per bene, non hanno sventolato fazzoletti bianchi rivolti per protesta contro l'arbitro.

    Se non contemplasse la vendetta servita calda, direi fumante, il calcio non sarebbe lo spettacolo che è. Altro che Matri che segna al Cagliari, il simbolo del weekend è Torres che cambia la casacca del vostro calciobalilla (passando da rosso Liverpool a blu Chelsea) e perde contro la sua ex squadra senza tirare mai in porta. Anche il tifoso dei Reds che qualche mese fa aveva cambiato il suo nome in Fernando Torres deve avere goduto non poco quando Meireles in mezza girata ha messo in rete un pallone che Cech aveva guardato passare come una mucca guarda passare un treno. Il portoghese è corso sotto il settore ospiti mostrando la maglia ai suoi tifosi. I nostri sguardi hanno subito cercato Torres, fatto sedere in panchina anzitempo da Ancelotti. Immobile. Chissà cosa ha pensato. Ve lo dico io: a quanto suonava ridicola la sua dichiarazione della vigilia, “se segno non esulto”. Domenica notte non avrà dormito. Forse ha letto Kant.

    Gli ultimi del Wolverhampton Wanderers battono i primi del Manchester United, una vittoria evangelica che ricorda a Sir Alex Ferguson che non ci si può baloccare troppo guardando la classifica. Lo United va in vantaggio con un gol di Nani “alla Nani”: entro in area, mi fermo, ballo il Fado, sposto la palla a velocità fuorilegge e infilo sul palo lontano. Poi si compie il disastro e quelle furiette arancioni dei Wolves ribaltano la situazione, lasciando i Red Devils da soli con quella sensazione d'impotenza che ogni tanto prende anche i giganti. Auspicio pessimo per il derby della prossima giornata, a cui il City arriva sull'onda di un tre a zero con il West Bromwich, con Tevez che si porta a casa il pallone. Se i Comandanti dell'Ordine dell'impero britannico Ferguson e Giggs sapessero che nel 2001 la Regina ha nominato Beppe Severgnini Ufficiale dell'Ordine dell'impero britannico – un gradino sotto Elton John e uno sopra i Beatles, come sa anche Stefano Pistolini – la loro aura imperiale si ridimensionerebbe non poco e tornerebbero con più agio a sudare in campo per strappare tre punti.

    Al Britannia Stadium i tifosi dello Stoke City, gente per bene, non hanno sventolato fazzoletti bianchi rivolti per protesta contro l'arbitro come hanno fatto due sere fa a San Siro i tifosi interisti. Loro, signori di un calcio genuino, sotto uno a zero dopo due minuti contro il Sunderland di un molto poco reattivo Muntari (che bidone) hanno continuato a tifare senza recriminare contro un arbitraggio di certo non favorevole. Dopo il pareggio di Carew, vecchia conoscenza romanista, il Sunderland è ripassato in vantaggio. Ma poi, a sette minuti dalla fine, il doppio capolavoro di Huth ha dato allo Stoke la vittoria. Beninteso: i due gol di Huth sono stati penosi. Uno di testa (in realtà di spalla), l'altro una carambola a porta vuota che a momenti finisce addosso al portiere che nel frattempo era girato a guardare non si sa dove. Ma ciò che conta da noi in Inghilterra è la passione. La voglia di vincere senza recriminare contro gli arbitri quando si perde.