That win the best

Se fossi Severgnini vi racconterei così la Premier. Per fortuna non lo sono

Jack O'Malley

Se fossi il vostro Beppe Severgnini rimpiangerei il calcio di una volta, quello che,  neve o non neve, bastava tirare fuori il pallone arancione e si giocava. Oggi, due fiocchi e la Premier si ferma (manco fossimo nel grande inverno del '79. O '78, non ricordo più). Per fortuna sono Jack O'Malley, e ho apprezzato che non si sia giocata Chelsea-Manchester United in un clima più adatto al tè delle cinque che a una partita di calcio.

    Se fossi il vostro Beppe Severgnini rimpiangerei il calcio di una volta, quello che, neve o non neve, bastava tirare fuori il pallone arancione e si giocava. Oggi, due fiocchi e la Premier si ferma (manco fossimo nel grande inverno del '79. O '78, non ricordo più). Per fortuna sono Jack O'Malley, e ho apprezzato che non si sia giocata Chelsea-Manchester United in un clima più adatto al tè delle cinque che a una partita di calcio. Avremmo visto scene simili a una gara di pattinaggio artistico, peraltro più fuori che dentro gli stadi. Pare infatti che le strutture fossero a posto: ciò che ha convinto i dirigenti della Premier a rinviare le partite erano le condizioni dei collegamenti stradali e ferroviari. Meglio non mettersi in viaggio, insomma. A questo punto potrei annoiarvi parlando del tempo, ma non lo farò. Oppure potrei lamentarmi del governo che non ha saputo far fronte all'“emergenza maltempo”. Ma dato che non scrivo sul Guardian né mi chiamo Curzio Maltese, vi parlo delle partite che ho visto.

    Le nevi che hanno fermato il weekend non si abbattono sulla regione di Tyne, lassù vicino al confine scozzese, e allo Stadium of Light di Sunderland ci sono 35 mila spettatori paganti e cantanti, roba da far invidia alle statue di ghiaccio della tribuna stampa che ingurgitano tè bollente per arrivare in fondo ai novanta minuti. Il coraggio della curva – che canta senza posa l'inno “Ha'way the Lads”, nell'ancestrale lingua Geordie – è ben ripagato dai Black Cats, che contro il Bolton dimostrano di saper capitalizzare un gol e poi soffrire senza farsi rimontare. Da tenere d'occhio l'uomo partita, Danny Welbeck, attaccante classe 1990 di proprietà del Manchester United, al suo quinto gol in stagione. Bent lavora in modo sontuoso un cross morbido dalla fascia destra: stop volante in stile Shaolin Soccer e botta di sinistro da posizione angolata che si abbatte sulla spalla del portiere; la palla finisce a centro area dove Welbeck arriva rapace e in tuffo di testa la infila in fondo al sacco. Fossi un commentatore della vostra Rai direi che per il Sunderland sono tre punti “pesantissimi”, che permettono ai ragazzi di Steve Bruce di superare proprio il Bolton in quella zona della classifica dove aspirare all'Europa League è ragionevole, sognare la Champions legittimo.

    E' vero. La stagione del West Ham non è delle migliori.
    La classifica piange e l'umore degli Hammers è dato sotto zero. Ma ieri in casa del Blackburn hanno dimostrato di avere ancora carattere, di sapere recuperare un match che si era messo male e addirittura di sfiorare una vittoria che non sarebbe stata immeritata. Anzi. E' finita 1-1. Nelsen ha portato in vantaggio il Blackburn. Stanislas ha pareggiato per gli ospiti (primo gol in Premier). Dopo il pareggio è stato un assedio per il Blackburn. Gli uomini di Grant scendevano da tutte le parti e c'è voluta molta fortuna per il Blackburn per evitare la disfatta. A proposito di Grant. Ha chiesto esplicitamente l'arrivo di Emmanuel Adebayor a gennaio. La punta del Manchester City, relegato da Mancini ai margini della squadra, potrebbe risollevare l'attacco del gruppo che in 18 partite di Premier ha segnato solo 16 gol. Grant ci spera. Forse Adebayor meno: accetterebbe di giocare con l'ultima in classifica (probabilmente con un ingaggio ridotto)?