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Che cosa c'entra il boudoir di Metternich? C'entra c'entra

Sandro Fusina

Se mai la definizione bedroom eyes (occhi da camera da letto, in una traduzione tanto letterale quanto insipida) sembra appropriata, è nel caso del ritratto ad acquerello della mano di Jean-Baptiste Isabey della principessa Bagration. Si dice che alla miopia, e non ad altro, Caterina Pavlovna Skavronska, vedova del principe Piero Ivanovic Bagration, caduto nella battaglia della Moskova, dovesse quello sguardo languido e liquido.

Leggi Gioia intensa e sguaiata, un grigio ritorno al passato. Scene di ucronia per il dopo Cav. di Lanfranco Pace - Leggi Il sistema costituzionale prevede un capo di governo l'anno, questo è il problema di Giuliano Ferrara

    Se mai la definizione bedroom eyes (occhi da camera da letto, in una traduzione tanto letterale quanto insipida) sembra appropriata, è nel caso del ritratto ad acquerello della mano di Jean-Baptiste Isabey della principessa Bagration. Si dice che alla miopia, e non ad altro, Caterina Pavlovna Skavronska, vedova del principe Piero Ivanovic Bagration, caduto nella battaglia della Moskova, dovesse quello sguardo languido e liquido.

    Alcuni, più fiduciosi nella fisiognomica, sostengono invece che fosse il segno inequivocabile di un tratto del carattere, di una disposizione (o disponibilità?) psicofisica. Si farebbe torto al suo rango se si dicesse che nel settembre del 1814 la principessa si precipitò a Vienna per l'apertura del Congresso, intruppata nella schiera di signore e signorine di ogni casta, ceto e condizione, accorse a partecipare ai piaceri e ai vantaggi economici della più grande kermesse politico mondana del Diciannovesimo secolo. Gli animi romantici (allora il romanticismo era infante) sostengono che, fra tutte quelle signore, Caterina Pavlovna era colei che aveva il motivo migliore per portarsi a Vienna, avendo dato a Clemente, principe di Metternich, plenipotenziario dell'impero e onnipotente padrone di casa, l'amata e illegittima figlia Clementina. Ma Metternich non era uomo dai lunghi e singoli amori, né Caterina Pavlovna era il modello dell'amante fedele.

    Nel suo boudoir, come in quelli di molte altre signore di ogni nazionalità, passarono imperatori, come l'instancabile Alessandro zar di Russia; passarono i più abili diplomatici del secolo, come il principe di Talleyrand e il principe di Metternich; passò una quantità di personaggi minori, alcuni impegnati magari solo come decoratori di dimore affittate per pochi mesi a prezzi stratosferici. Anche se a scuola non si ricorda, fu in quei boudoir, più che nelle sedi ufficiali, che fu stabilito, con soddisfazione di molti, quell'ordine internazionale che avrebbe conservato la pace in Europa per più di trenta anni.

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