E' arrivato il 25 luglio del Cav.?/ 12

Nessun predellino riscatterà il panorama di macerie

Giorgio Israel

Mai dire mai, ma stavolta è difficile che vi possa essere un predellino che tenga. Non tanto per Ruby (anche se…), né perché gli elettori vogliano tornare al governo costituzionale annuale (figurarsi!) o per l'eterna lotta tra il Cav. e la magistratura. Piuttosto perché dal 1994 si parla di riforma della giustizia e non se n'è vista l'ombra. Doveva far parte dei 5 punti, e invece si parla solo del lodo Alfano.

Leggi Gioia intensa e sguaiata, un grigio ritorno al passato. Scene di ucronia per il dopo Cav. di Lanfranco Pace - Leggi Il sistema costituzionale prevede un capo di governo l'anno, questo è il problema di Giuliano Ferrara

    Mai dire mai, ma stavolta è difficile che vi possa essere un predellino che tenga. Non tanto per Ruby (anche se…), né perché gli elettori vogliano tornare al governo costituzionale annuale (figurarsi!) o per l'eterna lotta tra il Cav. e la magistratura. Piuttosto perché dal 1994 si parla di riforma della giustizia e non se n'è vista l'ombra. Doveva far parte dei 5 punti, e invece si parla solo del lodo Alfano. Il governo ha affrontato bene la crisi economica, ma un progetto complessivo includente una riforma fiscale non si vede. Sulla scuola si sono fatte buone cose, ma l'università è all'agonia e si è persa l'occasione di approvarne la riforma cascando nella trappola di un ope legis mascherato (migliaia di posti riservati) che era finanziariamente insostenibile. Inutile continuare. Il nodo è l'assenza di un progetto, la quale deriva da un gran vuoto culturale, dalla sfiducia nella possibilità di avere una propria cultura, per cui si è andati a raccogliere quella altrui, prevalentemente a sinistra. Non a caso il manifesto di ottobre dei finiani ripete come un mantra la parola “cultura”.

    Hanno capito che il nucleo della crisi era questo, ma poi si sono rappresentati come paradigma della difficoltà del centrodestra: incapaci di dare sostanza alla parola hanno raccattato qua e là slogan di sinistra, componendoli in un futurismo libertario che evoca il dannunzianesimo e il fascismo ante marcia. Peraltro sono slogan vuoti come vesciche perché la sinistra è ormai priva di cultura politica, e di cultura tout court. Sapendolo maschera il vuoto come può, magari facendo convegni sul come “misurarla”. Invece, a destra hanno creduto che vi fosse ancora qualcosa da ripescare a costo di umiliare i propri rari intellettuali e i propri elettori. Ma quando non c'è cultura politica, quando non c'è un progetto per il paese è impossibile contrastare lo sciocchezzaio antirisorgimentale in cui sta per affogare la triste celebrazione dell'Unità. E naturalmente non può esservi neanche un partito. Il grande guaio è che il panorama di macerie è totale e, se non verrà un sussulto da qualche parte, c'è da preoccuparsi seriamente.

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