Agnoli spiega come nasce la sua espulsione dal Movimento per la vita

Francesco Agnoli

Giuseppe Anzani, vicepresidente del Movimento per la vita (MpV), ha replicato sul Foglio alle mie riflessioni, impostando il discorso sul fatto che Agnoli “non fa parte del Movimento per la Vita” e che se invece sapesse… Purtroppo Agnoli fa parte del MpV e ne conosce la storia, sin dalle origini, per tradizione familiare. Ne fa tanto parte che mentre veniva catechizzato da Anzani, riceveva in contemporanea l'ingiunzione immediata: espulso! Non avevo dubbi.

    Giuseppe Anzani, vicepresidente del Movimento per la vita (MpV), ha replicato sul Foglio alle mie riflessioni, impostando il discorso sul fatto che Agnoli “non fa parte del Movimento per la Vita” e che se invece sapesse… Purtroppo Agnoli fa parte del MpV e ne conosce la storia, sin dalle origini, per tradizione familiare. Ne fa tanto parte che mentre veniva catechizzato da Anzani, riceveva in contemporanea l'ingiunzione immediata: espulso! Non avevo dubbi: il mio articolo infatti era nato appunto perché stanco di vedere che il presidente Casini dedicasse il suo tempo a espellere o emarginare fondatori, cofondatori, dirigenti storici…  Mi fa però piacere che a rispondere sia proprio Anzani, che molte voci autorevoli danno per “prossimo presidente”. Prossimo presidente? Come, e le elezioni? Lo stesso Anzani presenta il MpV come un capolavoro di democrazia. Agnoli, invece, sa bene, come tanti, che le elezioni non sono sempre state limpidissime; che vi sono persone che esordiscono dai vertici, cooptate dall'alto; conosce anche le trame con cui fu emarginato il fondatore stesso del MpV, Francesco Migliori, ed altro ancora… Ma perché, in molti, mi dicono: “Guarda che Anzani è il prossimo presidente?”. Perché la tecnica è semplice: il presidente Casini è colui che di fatto decide chi deve incontrare il cardinal X, chi il politico Y, chi parlare al Quarenghi, chi altrove, nelle occasioni importanti. Quando la base inizia a vedere che Anzani è oratore qua e là, su e giù, non tarda a chiedersi: forse Casini sta lanciando il suo successore? E allora ben venga il dialogo con Anzani. A lui ribadisco la mia stima per i Cav e i volontari: sono il cuore del MpV. Persone fantastiche. Non c'è bisogno che mi si inviti a vedere le foto dei “centomila bambini salvati”. Soprattutto perché quei bambini sono stati salvati in primis dai Cav, dal Progetto Gemma e dal telefono Sos vita: non da Casini, né da Anzani, né da me. Cav, Sos vita e Progetto Gemma, lo ribadisco, fondati e a lungo guidati dalle persone che oggi Casini minaccia di espellere.

    Come fa allora Anzani a imputarmi di non vedere cosa fa di buono il MpV, quando racconto che proprio coloro che hanno creato le iniziative concrete più efficaci, sono oggi messi alla gogna? Non si girano così, le frittate. L'occasione della lettera di Anzani è ghiotta per ricordare che attribuire il “successo” della legge 40, elevata a dogma di fede, ad un solo uomo, Carlo Casini (come fa Anzani), è pura mitologia. Nel MpV si racconta questa bufala per legittimare ogni decisione del presidente. Eppure Alessandro Cè, che ebbi la fortuna di conoscere, fu colui che introdusse nella legge i diritti del concepito e non era un seguace del MpV, bensì un leghista (in contatto, addirittura, con alcuni “dissidenti” del MpV). Mentre l'on. Alfredo Mantovano, uno dei registi della legge, non era un estimatore del MpV, bensì, da anni, un suo puntiglioso critico. Ma se fosse vero che è stato “tutto merito di Casini”, e del suo ruolo politico, come mai in tanti anni il MpV italiano ha perseguito una ed una sola carriera politica, e sempre quella? Passando all'attualità, perché Casini non ha dissentito pubblicamente, ma solo “all'interno”, dall'appoggio dato dal suo partito, l'Udc, alla super abortista e pro eutanasia Mercedes Bresso? Perché “Sì alla vita” n. 2/2010 ha dedicato un ampio articolo contro la Bonino, candidata nel Lazio, e neppure due righe alla Bresso, candidata in Piemonte, ben più pericolosa e data per vincente? Perché, dopo la vittoria di un sincero pro life come Roberto Cota, Casini, invece di esultare, ha cercato di espellere i responsabili storici del MpV del Piemonte, rei di averlo sostenuto? Infine perché Casini continua a proteggere il tentativo del suo fedelissimo Valter Boero di dividere senza successo il MpV piemontese, ben sapendo che costui, essendo anch'egli dell'Udc, ha fatto apertamente campagna elettorale per la Bresso, nei movimenti e nelle parrocchie? Vuole veramente farci credere ancora, caro Anzani, che è questa la politica che serve al MpV?