Corti imperdibili, gente che lavora nell'ombra e una regista bravissima

Bassottina

Alla proiezione di “La versione di Barney” si temeva il flop annunciato da Antonio D'Orrico. Paure totally unnecessary (come la casa di produzione di B. Panofsky) viste le lacrime per le risate e per il (gulp) groppo in gola finale. Maria Luisa Agnese (Corsera) sempre troppo in giro a scovare notizie per vedere un film intero, per la prima volta da inizio Mostra è rimasta incollata alla poltrona fino alla fine, troppo presa da “Barney” per andarsene.

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    Alla proiezione di “La versione di Barney” si temeva il flop annunciato da Antonio D'Orrico. Paure totally unnecessary (come la casa di produzione di B. Panofsky) viste le lacrime per le risate e per il (gulp) groppo in gola finale. Maria Luisa Agnese (Corsera) sempre troppo in giro a scovare notizie per vedere un film intero, per la prima volta da inizio Mostra è rimasta incollata alla poltrona fino alla fine, troppo presa da “Barney” per andarsene. Giunti al Lido per l'ottimo doc “Dante Ferretti - Production Designer” (che Scorsese considera il più dotato dei nostri tempi) sua moglie e partner di lavoro Francesca Lo Schiavo e le produttrici Flavia Parnasi e Nicoletta Ercole, che porta alla Mostra anche “Achille” con Lando Buzzanca e Monica Scattini. Altri corti e documentari da non perdere: “Flaiano: il meglio è passato” di Giancarlo Rolandi e Steve Della Casa; melanconico ritratto dell'uomo che scrisse i più bei film di Fellini, da “I vitelloni” a “8 e mezzo”.

    Prima del film Mueller e Giovanni Russo (curatore)
    hanno presentato “Ennio Flaiano – Hanno detto e scritto di lui” (Augusto Ferrara editore) con testimonianze di Monicelli, Risi, Sordi e altri. Antonello Sarno è al Lido con un altro divertente corto “La prima volta a Venezia”: esilarante il contributo di Carlo Verdone. Sandro Silvestri compare per Arcobaleno Latino, che premia “Passione” di J. Turturro sulla canzone napoletana. Mara Carfagna presenta il premio da lei creato per il film del concorso che meglio avanza la causa del suo ministero (Pari opportunità) vinto da “Vénus noire” di Kechiche. Lezione di cinema di Tarantino: “Anni fa la critica classificava Sergio Corbucci come il secondo miglior regista italiano di spaghetti western. Io credo non solo che Corbucci sia uno dei migliori registi italiani di genere, ma uno dei più grandi registi western di ogni tempo, Howard Hawks e John Ford inclusi”. Da “Road to Nowhere” del grande Monte Hellman (Venezia 67): “Non chiedere mai a un regista quanti film ha visto. Non vogliamo far sapere quanto tempo passiamo a ossessionarci sui sogni altrui”. Saluti a Sauro, Emanuela, Alessandra, Virginia e Katia (L'Oréal): lavorano al buio bene e senza frignare. Chapeau. Martedì i premi di Pulcinella.

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