Money League/16

Mourinho dice no al Portogallo e prova a vincere tutto con il Real

Francesco Caremani

Irvine Welsh, in ordine di tempo, è l'ultimo iscritto alla lista degli agiografi di Mourinho, convertito sulla via di San Siro al credo sportivo e no del mago di Setùbal. E' apparso a Oporto, poi a Londra e Milano dispensando miracoli che hanno conquistato per sempre la devozione dei tifosi di Porto, Chelsea e Inter. L'ultima volta l'hanno visto a Madrid dopo una finale di Champions e lì è rimasto per continuare a correre sulla strada che porta dritta verso la beatitudine, di sicuro quella economica.

    Irvine Welsh, in ordine di tempo, è l'ultimo iscritto alla lista degli agiografi di Mourinho, convertito sulla via di San Siro al credo sportivo e no del mago di Setùbal. E' apparso a Oporto, poi a Londra e Milano dispensando miracoli che hanno conquistato per sempre la devozione dei tifosi di Porto, Chelsea e Inter. L'ultima volta l'hanno visto a Madrid dopo una finale di Champions e lì è rimasto per continuare a correre sulla strada che porta dritta verso la beatitudine, di sicuro quella economica.

    Negli ultimi sei anni Mourinho è stato per cinque volte il tecnico che ha guadagnato di più in Europa, quindi nel mondo, considerando stipendio, premi, diritti d'immagine e sponsor (fonte France Football): 7,5 milioni di euro nel 2005; 10,9 nel 2006; 10 nel 2007; 29 nel 2008; 11 nel 2009; 13 nel 2010. L'unico anno in cui è arrivato secondo è proprio il 2009, dietro Scolari che al Chelsea metteva insieme 12,5 milioni di euro. Il record di 29 milioni si deve invece alla risoluzione del contratto con Abramovich, una buonuscita da Special One.

    L'ultima stagione al Porto, la prima rintracciabile per le spese in campagna acquisti, (quella, per intendersi, della calciopoli lusitana con il presidente biancoblu Pinto da Costa nel ruolo di Moggi de noantri, finita poi a tarallucci e vino), Mourinho l'affronta con spirito minimalista: 14.700.000 euro in uscita e 10.375.000 in entrata (fonte transfermarkt.de). Il giocatore più pagato è Thiago Silva (attuale terzino rossonero), 5,2 milioni, poi Benni McCarthy, 3,5. Niente di che per una squadra quasi perfetta che dopo campionato, Coppa del Portogallo e Uefa rivince campionato, Supercoppa portoghese e Champions League.

    Ma è alla corte di Abramovich e alla guida del Chelsea che il ‘manager' Mourinho inizia a scatenarsi per costruire formazioni a sua immagine e somiglianza, come ogni Dio della panchina che si rispetti, come un Fabio Capello qualsiasi: 161.900.000 euro nel 2004-05; 91.725.000 nel 2005-06; 94.700.000 nel 2006-07; 60.900.000 nel 2007-08, anche se il 20 settembre 2007 risolverà il contratto. Il primo anno deve ringiovanire la squadra e mette a segno colpi importanti come Drogba (37 milioni), Robben (18), Cech (13) e Carvalho (30). Ricardo arriva dal Porto insieme a Paulo Ferreira (20), lo stesso giocatore che sei anni dopo ha voluto al Real Madrid per 8 milioni di euro. Nel mezzo ci sono anche 7,5 milioni per Kezman e 12 per Jarosik.

    La seconda stagione il colpo grosso è Essien (38) mentre fanno storcere il naso gli acquisti di del Horno (12), Rajkovic (5,2) e, soprattutto, Shaun Wright-Phillips (31,5). Ovviamente Lampard, Terry e Joe Cole erano già al Chelsea prima del suo arrivo. Dove nell'estate del 2006 porta, tra gli altri, Ashley Cole (7,4), Mikel (23,6) e Shevchenko per 46 milioni di euro, con tutto quello che n'è seguito. Non proprio un fenomeno di mercato, anche se non ha mai venduto giocatori risultati poi decisivi per altri club e prima di risolvere il contratto ha piazzato tre acquisti particolarmente azzeccati come Anelka (19,9), Ivanovic (12) e Malouda (19). Chiudendo le quattro stagioni al Chelsea con un investimento (solo in giocatori) di 409.225.000 euro e un passivo di mercato di quasi 277 milioni di euro. Tutto per due Premier League, una FA Cup, una Community Shield, due coppe di Lega e la stima infinita dello Stamford Bridge.

    Il capolavoro, però, lo raggiunge con l'Inter con cui ha vinto due campionati, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e la Champions League, facendo la triplete, al modico prezzo di 157.600.000 euro in due stagioni (fonte transfermarkt.de). In fondo, un po' come nel suo Porto, c'era solo da innestare qualche perla in una collana già di per sé splendida. Per questo restano delle strane sbavature gli acquisti di Quaresma (27,6 milioni), Mancini (13) e Jiménez (5,5). Decisamente più indovinata la campagna acquisti del 2009-10 con Milito (25), Motta (10), Eto'o (20) e Sneijder (15), grazie anche alla cessione di Ibrahimovic per 65 milioni e un attivo di 10.400.000 euro.

    Al Real Madrid si riparte punto e a capo. Il mago di Setùbal ha bisogno di nuovi elementi per perfezionare la propria orchestra ed ecco spesi 81 milioni di euro per quattro titolari e due riserve di lusso, in compenso ha ‘ridotto' a 10 milioni annui il suo onorario. A questo punto gli agiografi di Mourinho potrebbero chiedere cosa avremmo voluto dimostrare. Niente, assolutamente niente, però pensando ai maghi della panchina ci vengono in mente Scopigno, Bernardini, Maestrelli, Bagnoli, questi sì che hanno vinto lo scudetto contro tutto e contro tutti (e con gli scarti degli altri).