Ecco a quali squadre non tornano i conti nella nuova serie A

Francesco Caremani

Media spettatori tra le più basse d'Europa, seri problemi d'ordine pubblico, nonostante i provvedimenti legislativi degli ultimi anni, stadi fatiscenti, a parte qualche eccezione, business incentrato sui diritti televisivi. Ecco, in poche righe, tutto il “fascino” della serie A, che prende il via sabato in attesa del sesto scudetto consecutivo dell'Inter, avversari dissolvendo.

    Media spettatori tra le più basse d'Europa, seri problemi d'ordine pubblico, nonostante i provvedimenti legislativi degli ultimi anni, stadi fatiscenti, a parte qualche eccezione, business incentrato sui diritti televisivi. Ecco, in poche righe, tutto il “fascino” della serie A, che prende il via sabato in attesa del sesto scudetto consecutivo dell'Inter, avversari dissolvendo. Proprio il club di Massimo Moratti risulta il più virtuoso della campagna acquisti che si sta concludendo in questi giorni, con 8.800.000 euro spesi e 45,2 milioni incassati grazie soprattutto alle cessioni di Balotelli (29,5) Jiménez (3,7) e Quaresma (7,3). E anche nella passata stagione il saldo risultò positivo per circa 15 milioni di euro, avendone incassati 108,9 e spesi 94. Senza dimenticare che nelle ultime cinque campagne estive l'Inter ha speso la bellezza di 247.700.000 euro (fonte transfermarkt.de), il costo di quattro scudetti, una Champions League, una Coppa Italia e tre supercoppe italiane, senza contare il monte ingaggi.

    Sempre meglio della Juventus,
    che nelle ultime quattro stagioni, da quando è tornata in serie A, ha speso più di 212.400.000 euro (e ancora è alla ricerca di un difensore e un attaccante) senza vincere niente. Con un passivo di quasi 17 milioni (e in attesa di definire il trasferimento di Diego al Wolfsburg) è stata eletta la regina del mercato, anche se è ancora in attesa di vendere giocatori come Zebina, Camoranesi, Grosso e forse anche Trezeguet. Juve che in questi ultimi anni è stata comunque una delle squadre con il patrimonio tra i più solidi della serie A (con quello della Fiorentina) e un bilancio in utile, contro il maxi indebitamento delle due squadre milanesi: al 30 giugno 2009 l'Inter dichiarava un debito verso le banche di 48,3 milioni di euro.
    La cifra che colpisce di più è il totale delle uscite delle venti squadre di serie A: poco più di 242 milioni di euro. Sempre meno della Premier League che ha speso 364.885.000 euro, ma più di Liga (229,7), Ligue 1 (129,4) e Bundesliga (107,7).

    Assieme all'Inter, infatti, solo Udinese, Catania, Bari, Roma e Napoli
    hanno chiuso in attivo il mercato; senza dimenticare i 41 milioni spesi dal Genoa, pur incassandone 22,5, o i 18 spesi dalla Fiorentina e i 10 di Parma e Bologna; per non dire dei 27,9 messi sul piatto dalla Lazio, che registra un passivo di nemmeno 3 milioni grazie alla cessione di Kolarov al Manchester City. Un po' come il Palermo che ha incassato 17 milioni dalla vendita di Cavani e Kjaer, per investirne altrettanti su cinque giocatori, tra cui Munoz, Pinilla e Maccarone. D'altra parte, come sottolineato in un recente studio di StageUp, i soldi dei diritti televisivi porteranno i conti della serie A in utile operativo. “Grazie ai maggiori ricavi dalla vendita collettiva”, infatti, “i club italiani avranno in media un reddito di 400.000 euro, rispetto a una media in rosso per 8,3 milioni della stagione 2008-09”. Il contratto che scade nel 2012 prevede 911 milioni l'anno (fonte futebolfinance.com), il secondo più remunerativo in Europa dopo quello della Premier. Questi numeri evidenziano uno sbilanciamento dei ricavi sui diritti media che potranno essere riequilibrati solamente con una maggiore attenzione al marketing e al merchandising in attesa di gestire lo stadio di proprietà. A questa ultima considerazione sono in parte legate le presenze allo stadio che nell'anno della Juventus in B hanno raggiunto il livello minimo di 19.711 spettatori medi, con un picco minimo medio di 2.800; contro i 25.570 della stagione scorsa che ha registrato due picchi medi: 80.018 e 7.657. Cifre che esprimono un'altra anomalia del tifo italiano spostato in gran parte verso Juventus, Milan, Inter tanto da spingere i tifosi delle altre squadre a sperare in una Superlega Europea che le possa risucchiare per sempre. Frutto di un'idea romantica di calcio quando anche Cagliari, Fiorentina, Lazio, Sampdoria, Roma, Verona e Napoli vincevano lo scudetto, ma folle sotto il profilo economico, visto che sono le grandi a trainare il business della serie A, nel bene come nel male.