Altro che Castro, così il democratico Chávez minaccia la chiesa cattolica

Maurizio Stefanini

In teoria, pur accomunate da una stretta alleanza e da un comune disastro economico, mentre la Cuba di Raúl Castro è tuttora una dittatura, il Venezuela di Hugo Chávez mantiene le forme della democrazia. Quando all'Avana il cardinale Jaime Ortega ha fatto un duro attacco al modo in cui il regime ha gettato il paese sull'orlo del baratro, però, Raúl lo ha convocato a dialogo, e per lo meno la liberazione di qualche detenuto di opinione ne è uscita.

    In teoria, pur accomunate da una stretta alleanza e da un comune disastro economico, mentre la Cuba di Raúl Castro è tuttora una dittatura, il Venezuela di Hugo Chávez mantiene le forme della democrazia. Quando all'Avana il cardinale Jaime Ortega ha fatto un duro attacco al modo in cui il regime ha gettato il paese sull'orlo del baratro, però, Raúl lo ha convocato per un dialogo, e per lo meno la liberazione di qualche detenuto di opinione ne è uscita (anche se poi i prigionieri arrivati in Spagna si stanno lamentando per il modo in cui, malgrado le assicurazioni, non si stia dando loro né status di rifugiati, né diritto a restare o tornare a Cuba). Anche a Caracas l'arcivescovo Jorge Urosa ha fatto critiche analoghe. Ma lì invece Chávez minaccia di mandare in galera lui, oltre che di rompere le relazioni con la Santa Sede.

    Secondo il leader bolivariano, infatti, l'accusa che gli fa l'arcivescovo di “violare la Costituzione” equivarrebbe né più ne meno che a un “colpo di Stato”. Addirittura, domani Urosa sarà convocato dall'Assemblea Nazionale, per renderne conto. L'intenzione dichiarata di Chávez è di far partire un processo politico, da trasformare poi in giudiziario. “Non ti lascerò più perdere per tutta la vita, cardinale”, lo ha minacciato in tv. “So chi sei e la struttura mentale minuscola che hai”. Nel contempo, ha anche chiesto al ministro degli Esteri Nicolás Maduro di rivedere il “Modus Vivendi” tra Stato venezuelano e Nunziatura apostolica con cui il 6 marzo 1964 furono concessi alla Chiesa alcuni utili dell'export di petrolio, per il finanziamento di opere sociali e progetti educativi. “Questi privilegi sì che violano la Costituzione!”, ha sentenziato. Addirittura, ha poi spiegato che se la gerarchia cattolica venezuelana continua ad attaccarlo, potrebbe rompere le relazioni diplomatiche con il Vaticano. D'altra parte, una scismatica Chiesa cattolica riformata del Venezuela, che si proclama “Chiesa del Popolo” pur non oltrepassando i 2.000 seguaci e che è fedelissima a Chávez, è stata fondata già nel 2008.