Sudafrica 2010

Per la gloria (e per i soldi)

Francesco Caremani

La diciannovesima edizione dei Campionati del Mondo di calcio, i primi giocati nel continente africano, è andata in archivio con l'inedita vittoria della Spagna, che certifica una supremazia iniziata due anni fa con la conquista degli Europei e il modello Barcellona. Gli spagnoli sono diventati l'ombelico del mondo calcistico, l'esempio da seguire per alcuni, l'eccezione che conferma la regola per altri, convinti che nessun sistema possa essere replicabile altrove.

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    La diciannovesima edizione dei Campionati del Mondo di calcio, i primi giocati nel continente africano, è andata in archivio con l'inedita vittoria della Spagna, che certifica una supremazia iniziata due anni fa con la conquista degli Europei e il modello Barcellona. Gli spagnoli sono diventati l'ombelico del mondo calcistico, l'esempio da seguire per alcuni, l'eccezione che conferma la regola per altri, convinti che nessun sistema possa essere replicabile altrove, anche perché dietro Barcellona e Real Madrid (come abbiamo avuto modo di certificare durante la stagione) c'è un vuoto incolmabile e nemmeno auspicabile per gli altri movimenti. Dai due blocchi, infatti, è nata la Nazionale campione del mondo.

    Giocatori che avevano motivazioni personali e sportive non comuni, dimostrate a più riprese sul campo, senza dimenticare l'aspetto economico, motivazione nella motivazione, visto che la Federazione spagnola aveva promesso, in caso di vittoria, ben 600.000 euro a testa. Una cifra importante soprattutto se confrontata con le nazionali maggiori e fa certamente scalpore scoprire che i brasiliani ne avrebbero guadagnati solo 120.000. Da una parte c'è il confronto tra le possibilità di due movimenti diversi e distanti, dall'altra anche l'atteggiamento di chi va al Mondiale per vincerlo, sempre, solo perché veste la maglia del Brasile pentacampeao.

    Ma, per quanto possano essere venali i calciatori, un Mondiale non lo vinci per soldi, anche perché quelle cifre sono spesso lo stipendio mensile che prendono dal club d'appartenenza, mese più mese meno cosa conta di fronte alla gloria imperitura di aver sollevato al cielo la coppa? Tra le otto maggiori rappresentative l'Italia è penultima con 240.000 euro a testa, 150.000 se fossero arrivati secondi e 50.000 per il terzo posto. Soldi ampiamente risparmiati da parte della Federazione, così come li ha risparmiati la FIFA che paga 1.340 euro il giorno per giocatore alle società, a partire da due settimane prima dell'inizio del Mondiale. Della serie, come arricchirsi senza fare niente.

    Gli azzurri hanno portato a casa 7,3 milioni di euro, tra le qualificazioni e il primo turno dei Mondiali, la stessa cifra della Corea del nord e di tutte le altre nazionali che non si sono qualificate per gli ottavi di finale. Ma il peggio deve ancora arrivare, perché se è vero che alla Federazione mancheranno dai 5 ai 21 milioni di dollari in premi FIFA un'altra trentina li perderà tra sponsor e fornitori, rimangiandosi tutto quello che aveva guadagnato nel quadriennio post 2006. Negli ultimi quattro anni, infatti, erano entrati 116 milioni di euro contro i circa 88 pre spedizione tedesca. In Sudafrica i marchi che sostenevano la Nazionale erano 27 per un introito di 56 milioni di euro, 14 in più di Germania 2006.

    Il risultato sportivo è direttamente proporzionale alla quantità e alla munificità degli sponsor. Per questo peggio di noi, molto peggio, sta la Francia che durante il Mondiale ha visto annullare la campagna televisiva del Crédit Agricole con protagonisti i Bleus, così come la catena di fast food Quick ha interrotto gli spot con Anelka, dopo l'espulsione dal ritiro francese in seguito agli insulti rivolti al Ct Domenech. L'Italia ha fatto una figuraccia, ma è pur sempre la squadra che ha vinto quattro mondiali e un europeo, difficile pensare a una fuga degli sponsor, anche se il ridimensionamento economico sarà inevitabile.

    Ben messe invece le prime quattro che oltre ad aver incassato 26 milioni di euro a testa per aver raggiunto le semifinali hanno intascato rispettivamente: 24,5 milioni la Spagna campione, 19,6 l'Olanda eterna seconda, 16,3 la Germania ancora terza e 14,7 l'Uruguay rivelazione. Di questi tempi soldi freschi per le casse delle rispettive federazioni che potranno così investirli in programmi per il futuro e per confermarsi ai massimi livelli mondiali, anche se è meno facile di quanto si possa pensare.
    Tra gli ‘scornati' l'Argentina è quella che aveva promesso il montepremi più ricco ai propri giocatori, 520.000 euro a testa in caso di vittoria; l'Inghilterra 470.000, senza contare gli 8,8 milioni l'anno per Capello Ct; la Francia 300.000, la Germania 250.000 e il Portogallo 340.000 euro. Più di 3 miliardi di dollari li ha incassati l'organizzazione, tra sponsor e diritti televisivi, 1,2 l'ha spesi per l'evento, e un altro miliardo per programmi di sviluppo e assistenza finanziaria a favore dei paesi partecipanti. Ma alla Fifa, una perfetta macchina da soldi guidata da Joseph Blatter, nessuno vuole parlare di profitti.

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