Fidel scopre la rete. E la guerra dei numeri.

Maurizio Stefanini

Yoani batte Fidel 68.000 a 10.000, o è Fidel che batte Yoani per “oltre 100.000” a 68.000? Curioso comunque il duello virtuale che Internet permette di mantenere all'interno di un Paese in cui non solo non è possibile misurare legalmente le differenti opzioni ideologiche con le urne elettorali, ma addirittura è pesantemente limitato l'accesso alla stessa Internet. A parte i turisti stranieri, solo giornalisti, medici e alcune altre categorie di professionisti hanno diritto all'accesso a Internet da casa.

    Yoani batte Fidel 68.000 a 10.000, o è Fidel che batte Yoani per “oltre 100.000” a 68.000? Curioso comunque il duello virtuale che Internet permette di mantenere all'interno di un Paese in cui non solo non è possibile misurare legalmente le differenti opzioni ideologiche con le urne elettorali, ma addirittura è pesantemente limitato l'accesso alla stessa Internet. A parte i turisti stranieri, solo giornalisti, medici e alcune altre categorie di professionisti hanno diritto all'accesso a Internet da casa.

    Gli altri cittadini cubani possono accedere dagli hotel, e già è stata vista come una grande concessione di Raúl, con schede che costano 7 dollari all'ora, quando un salario medio mensile è sui 17 dollari. Ufficialmente, pure questa limitazione sarebbe colpa dell'embargo. Sembra a molti evidente che le motivazioni vere hanno a che fare col controllo di ogni possibile strumento di dissenso. 

    Malgrado ciò, di recente Fidel Castro ha scoperto la Rete. Una sua rubrica che dal 2007 ospita articoli in esclusiva, è infatti ospitata dal sito Cubadebate. E il tutto ha una pagina su Facebook che ha appena festeggiato il suo diecimillesimo utente. Il fatto però che ai 10.000 utenti dello statista fa riscontro la blogger indipendente Yoani Sánchez, con 34.000 utenti su Facebook  e gli altri 34.000 su twitter. Insomma, al voto su Internet Fidel è umiliato da una impertinente ragazzina. A meno di non contare gli altri “20 progetti” che Cubadebate dice di avere su vari “temi politici culturali e sociali”: dai 25.000 utenti di “No al Golpe de Estado en Honduras" ai 12.500 di "No al bloqueo (embargo) contra Cuba". E solo a quel modo si arriva a 100.000.