Perché una blogger cubana potrebbe essere candidata al Nobel per la Pace

Maurizio Stefanini

E' stata quasi una reazione a catena. In risposta al Nobel per la Pace 2009 a Obama è partita la proposta polemica di dare il Nobel della Pace 2010 a Fidel Castro; e come controproposta è nata allora la campagna per il Nobel per la Pace 2010 a Yoani Sánchez: la trentacinquenne filologa che è stata inserita da Time fra le 100 persone più influenti del 2008, anche se per vivere fa solo la guida non autorizzata per turisti all'Avana.

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    E' stata quasi una reazione a catena. In risposta al Nobel della Pace 2009 a Obama è partita la proposta polemica di dare il Nobel per la Pace 2010 a Fidel Castro; e come controproposta è nata allora la campagna per il Nobel per la Pace 2010 a Yoani Sánchez: la trentacinquenne filologa blogger che è stata inserita da Time fra le 100 persone più influenti del 2008, anche se per vivere fa solo la guida non autorizzata per turisti all'Avana. Come spiega il gruppo su Facebook che è ora nato per sostenerla: “Yoani Sánchez da anni combatte per la libertà del popolo cubano. Armata solo di Twitter, Facebook e tanta arguzia; ha denunciato, senza odio nè polemica, le condizioni di vita del popolo cubano. Per questo il regime castrista l'ha isolata ed è stata oggetto di aggressioni da parte degli squadristi di Fidel Castro. Merita più di molti altri il Nobel per la Pace”.

    L'iniziativa si inserisce in un momento particolarmente frizzante. Da una parte, una lettera aperta contro la recrudescenza della repressione è venuta da 30 persone e 5 progetti culturali pubblicata in un primo tempo nel blog Osservatorio Critico e subito dopo fatta circolare via e-mail negli ambienti intellettuali cubani. Si tratta di un documento importante perché viene da alcuni giovani intellettuali che si autoproclamano difensori del socialismo: scrittori, professori universitari e giuristi vincolati a istituzioni statali, alcuni collaboratori delle riviste telematiche Havana Times e Kaos en la Red. Nel contempo, in occasione del Capodanno sono arrivate le previsioni per l'anno nuovo dei babalawos: i sacerdoti della Santería, culto sincretico afro-cubano, da tempo appoggiato dal regime castrista anche in chiave anti-cattolica. E la loro profezia è che il 2010 sarà un anno di agitazione politica e sociale, con morte di statisti, lotte per il potere e disastri agricoli. Ovviamente, i babalawos hanno preferito non chiarire se si riferivano a Cuba in particolare o a tutto il pianeta. Ma pur in questo quadro di prudenza anche questa presa di distanza è emblematica.

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