Napolitano: "Riforme per rilanciare l'economia"
Che cosa succede dove la ripresa è già iniziata
Per Giorgio Napolitano "ci sono segnali importanti di ripresa economica in Italia". Due eventi di grande importanza, entrambi difficili da prevedere, dimostrano che al di là delle previsioni dei modelli econometrici, negli Stati Uniti la ripresa dell'economia reale è iniziata, caratterizzata da una fiducia nel futuro tipica dell'imprenditorialità americana.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha detto che "se in questo momento possiamo registrare segnali incoraggianti di ripresa e specificamente di ritorno in Italia alla crescita del prodotto industriale, lo si deve senza dubbio all'insieme degli energici interventi di emergenza e delle politiche di sostegno che i governi e le istituzioni internazionali hanno messo in atto, spingendo l'economia mondiale verso un netto risultato positivo previsto per l'anno 2010. Oggi non possiamo già esprimere facile ottimismo, ma guardare pacatamente alle prospettive piu' vicine e a quelle di più lungo termine". Leggi qui tutta la notizia.
Due eventi di grande importanza, entrambi difficili da prevedere, dimostrano che al di là delle previsioni dei modelli econometrici, negli Stati Uniti la ripresa dell'economia reale è iniziata, caratterizzata da una fiducia nel futuro tipica dell'imprenditorialità americana. Warren Buffett, tramite la sua finanziaria Berkshire Hathaway, ha comprato per 26 miliardi di dollari la maggioranza della società ferroviaria statunitense Burlington Northern Santa Fe. Un'operazione inattesa, e forse anche per questo l'agenzia di rating Standard & Poor's ieri ha posto sotto osservazione la holding di Buffett; ma “il mago di Omaha” – come è stato ribattezzato – da tempo aveva individuato nelle ferrovie una nuova, interessante opportunità di investimento, dato il rincaro strutturale del costo del petrolio che comporta una rivalutazione del trasporto su rotaia. Ma effettuare un acquisto di questa dimensione, per un'impresa bisognosa di ristrutturazioni e di nuovi investimenti, in un periodo di bassa congiuntura, implica la scommessa su una ripresa consistente entro un termine relativamente breve.
Nella stessa prospettiva si inserisce la decisione di General Motors di rinunciare alla cessione di Opel e Vauxhall a Magna, addossandosi ovviamente i costi di tale scelta. Quest'ultima viene motivata affermando che il miglioramento del mercato dell'auto non rende più opportuna una cessione che comporta, tra l'altro, di rinunciare alle opportunità nel Vecchio continente. Ovviamente la scommessa è duplice: non solo sul recupero del mercato europeo dell'auto, ma anche sulla ripresa di quello nordamericano. Perché senza questa Gm non sarebbe in grado di tornare a investire in Opel e Vauxhall. Lo scenario è molto diverso sull'altra sponda dell'Atlantico, nel Regno Unito, dove il governo ha varato un piano di rifinanziamento di 32 miliardi di sterline, equivalenti a 50 miliardi di dollari, a favore di due grandi gruppi bancari – Royal Bank of Scotland e Lloyds – di cui esso è azionista al 70 per cento.
Mentre i cugini americani investono nella ripresa industriale, gli inglesi sono ancora attardati nei salvataggi bancari come premessa del rilancio dell'economia reale.


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