Prima di parlare di pedofilia, guardati allo specchio, nobile distratto moralista. Poi, va detto, anche l'aborto è pedofilo

Umberto Silva

Se nell'età sventata commette un pivello una colpa / l'infamia è di colui che lo seduce”, scrive il poeta greco Stratone. Se Polanski avesse stuprato la tredicenne Samantha Gailey in quei tempi lontani, l'avrebbe scampata poiché l'età della sventatezza finiva a dodici anni. Forse l'avrebbe scampata anche se avesse sodomizzato un'undicenne: le leggi che condannavano la pedofilia c'erano, ma ben poco in auge.

    Se nell'età sventata commette un pivello una colpa / l'infamia è di colui che lo seduce”, scrive il poeta greco Stratone. Se Polanski avesse stuprato la tredicenne Samantha Gailey in quei tempi lontani, l'avrebbe scampata poiché l'età della sventatezza finiva a dodici anni. Forse l'avrebbe scampata anche se avesse sodomizzato un'undicenne: le leggi che condannavano la pedofilia c'erano, ma ben poco in auge. Chi avrebbe mai prestato orecchio al lamento di una fanciullina, dal momento che tutti quanti erano dediti alla più virile e civica sottomissione del maschietto? Escluse dalla scuola, dall'agorà e dall'accademia, le femmine risultavano meno interessanti. Pederastia come paideia, rito d'iniziazione, staffetta generazionale... bah. Che la vera vita abbia inizio col prenderlo in quel posto è un'idea che non mi ha mai convinto, tanto più quando la pecoreccia usanza si ammanta di misteriosofica sacralità. Più onesta, priva di nobili infingimenti, la Capri degli anni Trenta. In ‘Capri e non più Capri' Raffaele La Capria, uno che gli dei li ha conosciuti davvero, ricorda i dandy del Nord che venivano a cercare fanciulli nati dalle conchiglie; ne sortivano famiglie allargate e finalmente sfamate, con lo zio d'America o di Germania che adottava i ragazzi fornendoli di dote ed eredità. Tempi beati, luoghi fortunati, inconsci volatili? Chissà. La prosa di La Capria evoca l'incanto di un paganesimo felice, ma con un poetico disincanto che ancor più c'incanta... e ci fa riflettere. 

    Da qualche tempo il clima è bruscamente mutato e per i pedofili si chiedono punizioni esemplari
    . Polanski sfuggì alla sua, che non smette d'inseguirlo; intanto lo riacchiappa la vergogna, se mai lo ha abbandonato: i verbali degli interrogatori processuali raccontano una scena di desolante squallore. Le confessioni dei colpevoli sfortunatamente sono rare, e in loro assenza è sempre difficile capire se il fatto delittuoso sussiste o se si tratta d'invenzione. Un secolo fa Freud intese come le figlie indugino nel fantasticare un po' troppo sui loro papà; ma detto questo, i bambini davvero seducono? Certo che sì; ma solo i perversi possono leggere nella provocazione di una ragazzina, nel suo invito al gioco, un invito a romperle il culo. I furbastri si sforzano di vedere il diavoletto per non sentire quel satanasso che c'è dentro di loro e che li spinge al delitto. Vilmente chiamiamo tentazione la nostra voglia, sicché quando le si cede... la colpa è sempre dell'altro.

    I legislatori non sono scemi e l'adulto che scopa una ragazzina
    , sia pur consenziente e perfino entusiasta, viene duramente punito, almeno sulla carta. E' un reato assai grave lo stupro di un minore; risultando al bambino impossibile tradurre in pensiero quel che è accaduto, la violenza si scrive sul suo corpo e nella sua anima a lettere di fuoco, e per decifrarle un giorno gli toccherà ustionarsi gli occhi. Sempre che un giorno abbia l'audacia e l'occasione di volerci provare; più spesso il piccolo traumatizzato preferisce assumere la colpa, assecondando così il piano del carnefice. Gli è intollerabile l'idea che un adulto, un padre, possa diventare un mostro. Ripetersi per tutta la notte ‘sono stato io', lo rassicura e perfino gli dà forza, la forza dell'anestesia psicotica.

     A chi ancora si nasconde dietro le gonnelle delle ragazzine,
    per castigo giorno e notte siano letti i verbali del processo Polanski: la piccola Samantha ha freddo, ha paura, solo tanta paura. Santo cielo, cosa trascinò il simpatico regista in tale miseria? Per l'azzardo di un'ipotesi tocca ritornare al finale di ‘Per favore non mordermi sul collo', con Polanski cacciatore di vampiri che, soddisfatto d'averne gabbati un paio, nel 1967 filava in slitta con la graziosa Sharon Tate, mentre tutti noi spettatori temevamo fortemente per il suo collo. Avevamo ragione di preoccuparci, è stato morso; non dalla ragazza ma da Charles Manson, un vero vampiro, uno che lascia il segno e che può trasformare la sua vittima in morto vivente, se costei collabora. Il grande regista - non eccelso, in qualche modo sempre i delitti si pagano – quindici anni dopo ci presenterà in ‘Luna di fiele' un sequel – una prima elaborazione? - della scena dello stupro di Samantha: Peter Coyote, se ben ricordo, sodomizza una mammina per gli occhi innocenti della sua figlioletta. Nel ‘Pianista', un bambino infilato dentro il buco di un muro è conteso dal diavolo nazista, che lo tira per i piedi, e dall'angelo ebreo che lo trattiene per la testa (o viceversa? Ha la sua importanza). Vince il diavolo; i bastardi di Tarantino non si era ancora messi in azione.

    Non ho la pazienza di Don Oreste Benzi e in un quaresimale intitolato ‘La puttana rumena' invoco lo sterminio di magnaccia e clienti delle schiave sessuali, con aggravio di tortura se abusano di ragazzine. Eroismo da scrivania, patetico a confronto di quel grande prete che avventurandosi per le strade di notte ne ha salvate quattromila; d'altronde le puttane non frequentano gli studi di psicanalisi, solo un angelo venne una sera a trovarmi e non so che fine abbia fatto anche se la penso spesso. Sterminare i magnaccia inoltre è assai più semplice che catturare un pedofilo. In una battaglia campale carnefici e vittime sono ben distinguibili mentre tra le mura domestiche, nelle scuole e nei parchi, tutto è più in ombra e non è facile distinguere una carezza di padre da una di assassino. Lo spettro dell'inquisizione aleggia sempre; si rischia una battaglia casa per casa e altissimo è il pericolo di sparare agli innocenti. Occorre molta prudenza, astuzia e perseveranza, e va da sé che le testimonianze dei bimbi vadano ascoltate con impegno. Ricordiamoci che tutti grazie al cielo mentiamo, presi dalle nostre passioni e allucinazioni, dalla particolarità che inevitabile ispira lo sguardo di ciascuno.

    Mentiamo fin dalla culla e soprattutto nel giuramento che dovrebbe esorcizzare la menzogna: chi mai può dire la verità, solo la verità, nient'altro che la verità? Nemmeno il più grande dei mentitori. Nessuno dice la verità ma in quel che dice c'è del vero; tocca ascoltarlo. E non c'è ascolto senza amore, senza intervenire con audacia in un mondo ove i valori giudei, pagani, cristiani, illuministi ed eterni sono derisi da un nichilismo spacciato per liberismo, se non tout-court per libertà. Non c'è libertà fuori dalla Legge, quella divina che alcuni chiamano inconscia. Una Legge il cui primo comandamento dice: ama, vale a dire pensa, osa, rischiando una parola, un'impresa. Cos'aspetti a scendere in campo contro la forma più subdola di pedofilia, l'incuria? L'incuria si ammanta di amorevolezza, la bava dell'odio. Non è odio pedofilo fregarsene di quel che i figli fanno a scuola per distrarli con stupidi regali, per consegnarli alle notti brave e aizzarli contro i professori esigenti? Non è pedofilia che i padri e le madri abbiano sempre altro da fare che non i compiti con i figli? Si sciupa così l'occasione per parlare d'amore, quello vero, conosciuto o sognato, una ghirlanda di pensiero e generosità, autorità e invenzione. Non è forse pedofilia l'aborto quando, da dramma che a gran voce invoca un pensiero doloroso, è ridotto a deglutizione nell'indifferenza di tutti? Per elaborare il lutto sarà sufficiente un rutto. Con che coraggio stupirsi se i nostri figli sono attratti dai mostri? Guardati allo specchio, nobile distratto moralista!