Invettiva di Aldo Maria Valli contro i regolamenti nei palazzi

Perché gli amministratori di condominio vogliono un paese per vecchi

Aldo Maria Valli

Apro la cassetta della posta e trovo una lettera dell'istituto al quale appartiene la casa in cui vivo in affitto. E' firmata dal responsabile del servizio immobiliare e dice così: “Gentili inquilini, si ricorda che è fatto espressamente divieto di utilizzare gli spazi di parcheggio nel cortile per il gioco dei bambini per evidenti motivi di sicurezza oltre che per evitare disturbi alla quiete dei vicini.

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    Apro la cassetta della posta e trovo una lettera dell'istituto al quale appartiene la casa in cui vivo in affitto. E' firmata dal responsabile del servizio immobiliare e dice così: “Gentili inquilini, si ricorda che è fatto espressamente divieto di utilizzare gli spazi di parcheggio nel cortile per il gioco dei bambini per evidenti motivi di sicurezza oltre che per evitare disturbi alla quiete dei vicini. Il portiere è tenuto a segnalare allo scrivente Istituto eventuali violazioni  delle prescrizioni sopra elencate. Certi che l'invito all'osservanza di quanto sopra indicato non sarà disatteso, si coglie l'occasione per porgere cordiali saluti”.

    Io penso di essere un uomo mite, ma di fronte a certe cose scopro in me una sottile propensione a nutrire un odio belluino. A parte la faccenda del linguaggio, per cui darei vent'anni di reclusione senza la condizionale a quelli che scrivono “è fatto espressamente divieto” eccetera, mi chiedo: perché nel cortile di casa nostra i cani degli inquilini possono pisciare e scagazzare (scusate gli eufemismi) quando e come vogliono, mentre i bambini non possono giocare? E quali sarebbero questi “disturbi alla quiete dei vicini”? Forse le voci di quattro o cinque ragazzini che giocano al pallone durante l'ora d'aria a metà pomeriggio? E come evitare che i bimbetti utilizzino gli “spazi di parcheggio” visto che tutto il cortile è utilizzato per posteggiare le auto?
    E' un ben triste paese quello che vieta ai bambini di giocare all'aria aperta e li costringe nel chiuso delle case oppure ad attività organizzate dagli adulti, sotto stretto controllo.

    Mi rendo conto che è impossibile tornare oggi alla mia infanzia
    , anni Sessanta del secolo scorso, quando giocavamo a pallone in strada e le mamme ci controllavano a distanza dal balcone di casa. Ma, almeno là dove esiste ancora un cortile, sia pure utilizzato prevalentemente come parcheggio, vogliamo lasciarli giocare questi bimbi? Il pallone finirà qualche volta addosso alle preziose carrozzerie, va be', ma non è che questi ragazzi giocano con palloni di piombo. Quanto alla sicurezza, direi che è messa a repentaglio dai maleducati che sfrecciano nel cortile a bordo delle loro auto come in autostrada, non dai bambini che chiedono solo un po' di spazio per i loro giochi. Lo “scrivente Istituto” dovrebbe prendersela con i guidatori irresponsabili, non con i ragazzini.

    Io vorrei tanto sapere che cosa passa nella testa di quei signori inquilini che si sono rivolti all'istituto per protestare contro la presenza dei bambini in cortile. Che cosa vogliono? Un paese solo per vecchi? Un paese silenzioso come la morte? Che cosa c'è di fastidioso nello schiamazzo di qualche bimbo che rincorre una palla per un'oretta al giorno?
    Intolleranti verso l'infanzia ma dotati di cani ben pasciuti e viziatissimi, questi signori meriterebbero di finire loro in un canile, fra i latrati e le puzze, ventiquattro ore su ventiquattro. Mi sembrerebbe il minimo per gente che odia la vita e desidera solo il silenzio della morte o la compagnia di quattrozampe a loro immagine e somiglianza.
    E poi, cari signori, non lamentatevi se i nostri giovani si comportano da disadattati. Che cosa pretendete, dopo che li avete costretti a vivere da segregati, tra mille divieti e impedimenti?
    Colgo l'occasione per porgere cordiali pensieri cattivi verso i nemici della vita.
     
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