Le farfalle di Sierra Leone/16

I due servi scappano, l'uomo in grigio li segue e Alvise paga una donna

Sandro Fusina

L'alderman russava con la testa sul tavolo in mezzo alle bottiglie vuote. Il suo assistente si stava ingozzando con un grosso pezzo di formaggio, che l'oste aveva tirato fuori all'ultimo momento. Lorenzo seguiva con gli occhi, senza desiderio, per abitudine, l'andirivieni di una servetta rossa di capelli. Alvise si era seduto accanto alla finestra, come per sentire meglio il canto degli scozzesi.

    L'alderman russava con la testa sul tavolo in mezzo alle bottiglie vuote. Il suo assistente si stava ingozzando con un grosso pezzo di formaggio, che l'oste aveva tirato fuori all'ultimo momento. Lorenzo seguiva con gli occhi, senza desiderio, per abitudine, l'andirivieni di una servetta rossa di capelli. Alvise si era seduto accanto alla finestra, come per sentire meglio il canto degli scozzesi. Ripensava alla giornata. Alla decisione di mandare avanti Jacques e Francis in carrozza e di seguire a cavallo, avrebbero potuto viaggiare comodi in carrozza, per che cazzo uno compra una carrozza, se non la usa? che bello sarebbe stato se li avesse schiacciati tutti, gli scozzesi, altro che pietà, che cazzo serve portarsi le armi se non le usi? a chi sarebbe finita la roba, case, terreni, quadri, navi, crediti, sarebbe stato bello che li avesse avuti Lorenzo, anche se c'aveva già tanta roba, più sei ricco e più bisogno c'hai di denaro, ma se lui faceva una brutta fine, la faceva anche Lorenzo, e la roba finiva a quegli stronzi dei suoi fratelli, e a quelli stronzetti dei loro figli, sì signor zio, come vuole signor zio, ecco che uscivano, ce l'avevano fatta, Jacques davanti e Francis dietro, Francis con il baio, Jacques con il morello, speriamo che non me lo azzoppi, quel testa di cazzo. Alvise cercò con gli occhi Lorenzo.

    Lo invitò ad avvicinarsi con un cenno della mano. L'alderman russava sempre, ora era stravaccato sulla sedia, con la bocca spalancata. Il suo assistente continuava a ingozzarsi di formaggio e vino. - Ce l'hanno fatta, benedetto, vedi non li ha visti nessuno, neanche quelli stronzi di scozzesi, forse ho sbagliato, a sapere che questi due tangheri si inciuccavano così potevamo filarcela noi, se arrivavamo da Cecil Russell col cazzo che ci riprendevano. La pendola della locanda batté dodici tocchi. Alvise controllò il suo orologio, poi guardò fuori dalla finestra. - Cazzo, come non detto... Dalla stalla stava uscendo un terzo uomo che conduceva il cavallo per le briglie. Al chiaro di luna Lorenzo e Alvise riconobbero l'uomo in grigio. - Ecco il capocomico, quello che ha messo su tutta la pantomima. Non mi avevi detto che non ti seguiva più? - Infatti, è da giorni che non lo vedevo. Non mi sembri del tuo solito umore. Mi sembri preoccupato. Domani arriva il giudice e si chiarisce tutto. Chi vuoi che creda alla storia di due straccioni? Ce l'hanno scritto in faccia che sono delinquenti. - C'hai ragione -, disse Alvise che era convinto del contrario, ma non voleva preoccupare Lorenzo, - c'hai ragione, poi se fossero inglesi, ma sono scozzesi, nessuno li può vedere, sono traditori nati, la sai la storia, no? quando è sbarcato lo Stuart, cos'era il Quaranta? sai chi intendo, quello che vive a Roma, che si fa chiamare conte d'Albany, dai l'hai sentita anche tu la storia, c'era su tutte le gazzette, non hai potuto non sentirla, quello che la moglie ha voluto divorziare, perché lui era matto, uno scozzese no, dai, che lei è stata per tre anni in convento, poi è andata a vivere con un poeta, uno che scrive tragedie, uno delle tue parti. - Di Milano? -

    Lorenzo faceva del suo meglio per tenere in piedi la conversazione. Lo zio mona doveva essere preoccupato davvero. Non diceva né mona, né benedetto, né cazzo. - No Milano, le tue parti non sono Milano, il lago voglio dire, verso il Piemonte, dai li avrai incontrati a Parigi, li incontrano tutti quelli che vanno a Parigi. - Cosa c'entrano con gli scozzesi? - Te leggi, ma non sai niente, Carlo, Carletto, come lo chiamano in Scozia, si può essere più mona... - Lorenzo sorrise, lo zio si stava rilassando - No, tu sei troppo giovane, magari io lo conosco perché è uno di quelli che c'hanno sempre bisogno di soldi e bisogna starci attenti, Carlo Stuart, come Maria Stuarda, no? che poi è la stessa casa, il pretendente al trono di Scozia e di Inghilterra, quando è sbarcato tutti gli scozzesi si sono ribellati, hanno messo su i gonnellini, hanno preso gli spadoni, a casa ce ne ho uno, c'ho anche uno scudo, magari l'hai visto, piccolo, tondo, con lo spadone e lo scudo hanno affrontato l'esercito inglese, in un posto come Callodin, o Cullodeen, o sa la mona come si dice, una strage, quei bestioni con la sottana che correvano urlando contro i cannoni e i fucilieri, sai com'è, te non sei stato in guerra, prima fila in ginocchio, fuoco, seconda fila avanzare, in ginocchio fuoco, una strage, il bello è che si sono fatti massacrare e da allora nessuno può sopportare gli scozzesi. C'hai ragione tu, figurati se il giudice dà retta a quei disgraziati là fuori.

    Ad Alvise era sembrato di essere così convincente che si era quasi convinto anche lui. Forse la situazione non era così grave. Nonostante il bambino morto sul carro che l'indomani mattina avrebbe pesato come un macigno nel processo. Nonostante l'uomo in grigio fosse partito all'inseguimento di Jacques e di Francis. E Jacques e Francis non se ne fossero accorti. - Intanto gli scozzesi sono fuori liberi che cantano e noi siamo qua dentro prigionieri di quei due stronzi che hanno mangiato e bevuto per dieci e ci hanno fregato cento sterline. - Se va così, va bene, disse Alvise che stava recuperando il senso della realtà, - cento sterline vanno e vengono, te lo sai bene, te che te le fai fregare o che ne spendi duemila per comperare dei disegni che non ti frega un'ostia, poi ti sembra una prigione questa? si vede che non sei di Venezia. - Cosa c'entra? - C'entra, c'entra, se mi sono trasferito a Londra ci sarà un motivo, non sono solo gli affari, non è solo il commercio, che poi adesso che hanno perso l'America è tutto da vedere, l'India è un po' lontana, mah... speriamo l'Africa, è che c'è più libertà, mettiamo noi, adesso siamo qui prigionieri, domani ci fanno il processo, magari capiscono che tutto il casino non è stato colpa nostra, paghiamo le spese e ce ne andiamo. - E se non capiscono? - chiese Lorenzo. Alvise si toccò i coglioni - Vedrai che capiscono, se non capiscono, almeno per l'ultima notte abbiamo mangiato e bevuto, se vogliamo possiamo chiavare anche, siamo qui in un albergo, hai visto che bella la servetta rossa? a Venezia negli ultimi tempi che ci stavo io non potevi neanche andare da una dama che ti piaceva, andare a giocare a faraone dove ti piaceva, che c'era qualcuno che faceva la spia, lo pagavano, prendeva carta e penna e scriveva l'acca enne Alvise Dolfin ha fatto questo e quest'altro, se poi ti mettevi a parlare, così del mondo, degli affari, della politica, sai come si fa, lo sai, sono un chiacchierone, ho girato, ho visto un po' di mondo, mi piace tenermi informato, se ti mettevi a parlare, anche in un luogo chiuso, dovevi stare attento a cosa dicevi, perché c'era sempre uno che faceva la spia, ti venivano a prendere, ti mettevano in una cella poco più grande di una bara e buttavano via la chiave.

    - Anche qui non scherzano, mi sembra. Cosa dici dell'ometto in grigio, quello che sta correndo dietro a Jacques e a Francis? - Questa è un'altra storia, dobbiamo parlarne bene, dopo che siamo stati da Russell e poi a Bristol. - Non dovevamo andare a Bath a passare qualche giorno? - Dopo magari andiamo, adesso se va tutto bene è più importante andare a Bristol Si avvicinò l'albergatore. - Cosa devo fare dell'alderman, signore? - Non saprei, siamo noi i prigionieri, lascialo lì, fino a che non si sveglia. - Signore, non so come dirlo, ma preferirei che saldasse il conto stanotte. Domani... - Troppo giusto, troppo giusto, fammi il conto, portami una bottiglia di porto è mandami la ragazzina rossa. - Fanny, signore? - Quella rossa, Fanny, se si chiama così. Arrivò il conto, arrivò il porto, arrivò la ragazzina rossa. Alvise le parlò nell'orecchio e le fece scivolare in mano una sterlina. (16. continua)