Manifesto da Pd

Il programma di Franceschini, anticipato sabato (dal Foglio)

Nunzia Penelope

Fine settimana decisivo, secondo la ricostruzione del Foglio, per il programma di Dario Franceschini. I vari capitoli sono in via di definizione: il 16 luglio il segretario presenterà le linee guida, per il 22 ci saranno i testi completi. L'obiettivo è indicare agli elettori un “orizzonte definito”, un modello di società targato centrosinistra, dopo tre lustri caratterizzati da poche idee e pochissime proposte.

    Fine settimana decisivo, secondo la ricostruzione del Foglio, per il programma di Dario Franceschini. I vari capitoli sono in via di definizione: il 16 luglio il segretario presenterà le linee guida, per il 22 ci saranno i testi completi. L'obiettivo è indicare agli elettori un “orizzonte definito”, un modello di società targato centrosinistra, dopo tre lustri caratterizzati da poche idee e pochissime proposte. Dati i tempi, una parte centrale sarà dedicata all'economia. Ci stanno lavorando dei parlamentari esperti del settore: tra gli altri, due ex sindacalisti come Pier Paolo Baretta (già Cisl) e Paolo Nerozzi (ex Cgil), e due ex ministri del Lavoro, Cesare Damiano e Tiziano Treu. Un contributo arriverà anche da Sergio Cofferati: l'ex sindaco di Bologna e ex leader della Cgil, oggi a Strasburgo, il 28 luglio radunerà un gruppo di parlamentari e sindacalisti (molti di provenienza Cgil) per presentare, con Franceschini, un documento su diritti del lavoro e di cittadinanza, con particolare attenzione all'immigrazione. L'obiettivo è che il testo divenga parte della mozione congressuale, dando così visibilità all'area “labour” del partito.

    Le nuove regole per l'economia e la finanza dopo la crisi mondiale, il rapporto fra capitale e lavoro, il  welfare, saranno altri capitoli del programma. Superata la storica contrapposizione tra impresa e lavoratore, si punterà però a ridefinirne i rapporti, riequilibrando lo spostamento di ricchezza dal lavoro all'impresa che si è verificato negli ultimi anni. Per realizzare questo obiettivo il Pd di Franceschini punterebbe su democrazia economica e partecipazione, in tutte le forme possibili: dal modello tedesco all'azionariato ai dipendenti. Indicazioni anche su un possibile nuovo diritto societario, più trasparente di quello attuale.

    Su welfare e lavoro, preso atto che i mutamenti demografici impongono riforme e,  soprattutto, che non si può lasciare questo fondamentale dossier al solo centrodestra, la proposta sarebbe quella di superare l'attuale rigida determinazione dell'età pensionabile definendo invece un arco temporale – fra i 60/62 e i 70 anni – entro il quale ciascuno possa scegliere quando pensionarsi, con la massima libertà. Inoltre si ipotizza un sistema previdenziale basato su una pensione minima uguale per tutti, alla quale ciascuno sommerebbe poi quella ottenuta attraverso i contributi versati e, nel caso, anche quella integrativa. Quanto al mercato del lavoro, dal programma del Pd verrebbe un sostanziale via libera alla proposta di “contratto unico di inserimento”, lanciata dagli economisti Tito Boeri e Pietro Garibaldi, come strumento utile per eliminare il dualismo fra precari e garantiti. Su questo terreno il partito di Franceschini suppone di incontrare il favore di tutte le confederazioni sindacali.