Sulle pagine dello Zeit uno speciale sul Cav.

Come si dice grande seduttore in tedesco

Andrea Affaticati

La Zeit dedica nel numero 29 uscito ieri, un intero dossier al “Grande Seduttore” Berlusconi. Tre pagine in cui il settimanale prova a svelare al pubblico tedesco, il più grande mistero, che oggi aleggia sopra il Bel Paese: perché la maggioranza degli italiani vota Berlusconi, difende Berlusconi, non si dissocia da Berlusconi, nonostante la volubilità, la smisuratezza, l'imprevedibilità dell'uomo.

    La Zeit dedica nel numero 29 uscito ieri, un intero dossier al “Grande Seduttore” Berlusconi. Tre pagine in cui il settimanale prova a svelare al pubblico tedesco, il più grande mistero, che oggi aleggia sopra il Bel Paese: perché la maggioranza degli italiani vota Berlusconi, difende Berlusconi, non si dissocia da Berlusconi, nonostante la volubilità, la smisuratezza, l'imprevedibilità dell'uomo. I due autori, Ulrich Ladurner e Birgit Schönau, pur riassumendo a grandi linee le feste a Villa Certosa, la vicenda Noemi, le reazioni di Veronica Lario sul marito che “frequenta minorenni”, non si accontentano però di rifare l'ennesimo catalogo dell'impenitente Don Giovanni (quello viene liquidato con la foto di copertina, dove si vedono due avvenenti elettrici baciare il Cavaliere in una discoteca milanese).

    Parlano invece con Emilio Fede, il “più fedele tra i fedeli” del presidente che li spiazza con l'affermazione “Trovo la visita a Villa Certosa dovrebbe fare parte di ogni curriculum. E' un segno distintivo di prim'ordine”. Raccontano l'assalto delle veline al Palazzo, parlando con Elisa Alloro, candidata per il Popolo della Libertà alle comunali di Reggio Emilia oltre che autrice del volume “Noi ragazze di Silvio”, e con la “superlaureata” Laura Comi, candidata di punta per il Pdl alle europee.  Poi annotano: “Forse la parola volubilità è il termine che meglio spiega Berlusconi; una volubilità in tutti gli ambiti della vita. Chi lo conosce più da vicino dice che è un tipo giocoso.  Un po' come un adolescente che non conosce ancora i limiti che vanno rispettati. Ma questo adolescente non potrebbe sopravvivere nella politica, se non potesse contare su bodyguard intellettuali in grado di spiegare questa smisuratezza come atto liberatorio”.

    E un maestro in questo è Giuliano Ferrara, il direttore del Foglio, intervistato dai due giornalisti nella redazione romana. “Ma che volete? Non è che voi siete meglio” dice Ferrara e poi aggiunge: “Nessuno è infallibile a questo mondo, tutti possono essere sedotti dal potere, dai soldi, dal sesso. Tutti siamo come Berlusconi, e se critichiamo lui allora critichiamo noi stessi. Ma è quello che vogliamo veramente? Non sarebbe meglio se ci accettassimo di quel che siamo, un po' corrotti, un po' bugiardo, un po' sconsiderati”. Insomma Berlusconi libera la gente dalla sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato nei loro istinti. Va tutto bene, va bene che con un atto autodistruttivo vi siate liberati dalle catene della partitocrazia, dal fetore soffocante del politicamente corretto, dalla lentezza paralizzante della democrazia. Berlusconi incarna il desiderio di essere liberi da tutto, liberi dalle catene.