Non solo missili

Una birra rivela perché la Corea del Nord è più occidentale di quanto si creda

Simona Verrazzo

L'ultimo lancio della Corea del Nord non è un missile, ma la pubblicità di una birra: la Taedonggang (Taedong è il fiume che attraversa la capitale). Pyongyang potrà pure odiare tutto ciò che è occidentale, ma alla fine si è piegata a quanto di più occidentale c'è al mondo: la pubblicità. Lo spot (due minuti e ventisei secondi) è l'opposto della vera Corea del Nord.

    L'ultimo lancio della Corea del Nord non è un missile, ma la pubblicità di una birra: la Taedonggang (Taedong è il fiume che attraversa la capitale). Pyongyang potrà pure odiare tutto ciò che è occidentale, ma alla fine si è piegata a quanto di più occidentale c'è al mondo: la pubblicità. Lo spot (due minuti e ventisei secondi) è l'opposto della vera Corea del Nord. C'è una musichetta allegra, che ricorda le sigle dei cartoni giapponesi e che poco si addice al musone che il presidente-padrone, Kim Jong-il, sfoggia nelle sempre più rare apparizioni pubbliche. E poi ci sono i colori e una bella ragazza che in abiti tradizionali porta la birra a un gruppo di uomini d'affari volutamente vestiti all'occidentale: location ben diversa dalle obsolete divise militari e dalle grigie parate delle Forze armate imposte dal regime.

    “L'orgoglio di Pyongyang”, così la pubblicità ribattezza la birra, “aiuta a combattere lo stress”. Non solo, la bevanda mostra anche il “nuovo look di Pyongyang” (sempre secondo quanto canticchia lo stacchetto). La birra è prodotta nella Taedonggang Beer Factory, costruita nel 2000 importando dalla Gran Bretagna – pezzo per pezzo – un intero birrificio non più attivo: l'Ushers Beer Brewery. Ci sono voluti 18 mesi via nave prima che tutte le componenti arrivassero in Corea del Nord.