Mostri viventi

Aiuto, ma che ci fa uno zombie che passeggia felice nelle pagine di miss Austen?

Mariarosa Mancuso

Libraio, aiuto, c'è uno zombie nella mia Jane Austen! La data di uscita in libreria, fissata per il primo di aprile, e il nome della casa editrice, la Quirk Press, facevano pensare a uno scherzo. Niente affatto: “Pride, Prejudice and Zombies” esiste davvero, frutto della fantasia di Seth Grahame-Smith, sceneggiatore losangelino che aveva già pubblicato il manualetto “How to Survive an Horror Movie”.

    Libraio, aiuto, c'è uno zombie nella mia Jane Austen! La data di uscita in libreria, fissata per il primo di aprile, e il nome della casa editrice, la Quirk Press, facevano pensare a uno scherzo. Niente affatto: “Pride, Prejudice and Zombies” esiste davvero, frutto della fantasia di Seth Grahame-Smith, sceneggiatore losangelino che aveva già pubblicato il manualetto “How to Survive an Horror Movie”. Far coppia con Jane Austen è un'autopromozione non da poco. Sono tanti i nani che finora si sono issati sulle spalle della gigantessa per dare lustro a manuali di corteggiamento, sequel sulla vita coniugale di Elizabeth e Mr Darcy, polizieschi con Miss Bennet investigatrice, dove trovare prima o poi l'anima gemella. Nessuno aveva avuto la spudoratezza di affiancare i due nomi sotto il titolo, calcolando le percentuali: 85 per cento Jane, 15 per cento Seth.

    “Personaggio che vince non si cambia”
    Giacché possiamo sempre contare su un professore universitario per una spiegazione che non spiega, The Daily Beast interroga due anglisti. Il primo fa appello alla regola “personaggio che vince non si cambia, al massimo si raddoppia”: Elizabeth e i morti viventi sono insediati nel nostro immaginario, tanto vale farli incontrare da qualche parte. Il secondo la butta su Freud: i mostri sono la proiezione dei nostri impulsi segreti. Nel caso delle sorelle Bennet, il sesso, l'egoismo, la volgarità. Non sorprende che il rimosso si sia materializzato nella campagna inglese. Più convincente la spiegazione commerciale: il nome di Austen fa vendere, i vampiri romantici sono attualmente in testa alle classifiche con “Twilight”, vale la pena di tentare l'accoppiamento con i non morti meno presentabili, che invece di bere sangue spolpano i vivi. Non si fa in tempo a pensarlo, che Ballantine Books ha già messo in cantiere una serie di sei romanzi con Jane Austen vampira. Pare che il titolo di lavoro fosse “Jane Austen Sucks”. Poi il reparto marketing è tornato sui suoi passi a favore di un meno goliardico “Jane Bites Back”. “Pride, Prejudice and Zombies” è tecnicamente un mash up, come certi finti trailer con Schwarzenegger che rifà l'Amleto. E' stato scritto senza faticar troppo, confessa Grahame-Smith al Los Angeles Times: il testo del romanzo caricato nel computer, le aggiunte sanguinarie inserite lasciando le cuciture in vista. Lo scrittore parassita, bontà sua, celebra il romanzo originale, trovandolo molto ben scritto. Gli piacque meno quando era adolescente, ma allora non aveva uno spin-off da promuovere. Jane Austen aveva sbeffeggiato l'horror a lei contemporaneo in “L'abbazia di Northanger”. Leggere di Elizabeth e Mr Darcy che si riferiscono ai morti viventi come “unmentionables” funziona come tardivo contrappasso. Mentre gli studios hollywoodiani giocano al rilancio per aggiudicarsi i diritti degli zombie pre-vittoriani, già arriva la concorrenza, “Pride and Predator”: un gigantesco alieno con un debole per gli abitini a vita alta.