La nuova incarnazione del Cav. /9

Provoca, minaccia, ci ripensa: o vuole fare lo statista o ha deciso che governare ormai è superfluo

Stefano Menichini

Che cosa fa uno che pianifica di diventare presidente della Repubblica? Fa terra bruciata intorno a sé, e fa sapere ai capi alleati interessati a succedergli che se lo possono scordare. Che cosa fa uno che, pianificando il Quirinale, lo vede però occupato dall'unico politico più popolare di lui?

    Che cosa fa uno che pianifica di diventare presidente della Repubblica? Fa terra bruciata intorno a sé, e fa sapere ai capi alleati interessati a succedergli che se lo possono scordare. Che cosa fa uno che, pianificando il Quirinale, lo vede però occupato dall'unico politico più popolare di lui? Lo innervosisce, lo contraddice, rende inutili i suoi appelli, insomma gli fa venir voglia di resistere almeno una ventina d'anni. Che cosa fa uno che deve affrontare la peggiore crisi economica del dopoguerra senza avere in cassa un euro? Provoca, stuzzica, minaccia gli studenti e fa arrabbiare il capo della Cgil affinché tutte le piazze si riempiano e la tensione sociale finalmente esploda. Che cosa fa uno che aspetta entro un anno la sentenza della Corte costituzionale sull'unica vera riforma della giustizia che gli stia a cuore, cioè il lodo Alfano? Tiene la magistratura infilzata, minacciando la corporazione di ogni tortura possibile tranne il taglio dello stipendio. Che cosa fa uno che sta appeso ai voti di Bossi? Gli rinvia il bottino di legislatura, il federalismo, esponendolo per di più ai rischi evitabilissimi di una dura opposizione parlamentare e referendaria. Che cosa fa uno che nel mondo ha ormai un unico vero amico? Crea problemi agli altri, rompendo le uova nel paniere di Sarkozy, sfottendo il messia americano, fregandosene dell'Europa. Che cosa fa uno che ha effettivamente contro tutti i media internazionali? Dà un calcio negli stinchi per futili motivi all'unico tycoon televisivo più potente e vendicativo di lui. Forse Berlusconi non è così cattivo come sembra, è che lo disegnano così. Non ha alcuna aspirazione, né repubblicana né monarchica, essendo il suo totalitarismo del tutto inconsapevole. Governare, s'è capito, lo considera superfluo. Vuole solo arrivare fino in fondo, e cantare alle ragazze My Way (meglio di Sinatra of course) sapendo che ha fatto sempre tutto come pare a lui (per citare Carfagna). Oppure non è vero niente: Berlusconi ha mire da statista e una raffinata strategia in testa, ed è una vergogna scrivere che non voglia il dialogo, che voglia cambiare la Costituzione con la forza, mettere il veto a Bruxelles o solo il grembiulino ai bambini. Io non saprei quale interpretazione scegliere. Solo tra ieri mattina e ieri pomeriggio, erano buone tutte e due.