“Obama cameriere negro”

Redazione

Prima il vecchio gruppo egiziano del dottore terrorista Ayman al Zawahiri ha salutato l'elezione di Barack Obama come un fatto positivo. La Jamaa Islamiyya ha detto: “L'elezione di un presidente nero dimostra i veri valori islamici di non discriminazione”. Ora arriva il peso massimo, Zawahiri, a dettare la linea giusta ai compagni: “Obama è il cameriere negro dei bianchi”.

    Il Cairo. Prima il vecchio gruppo egiziano del dottore terrorista Ayman al Zawahiri ha salutato l'elezione di Barack Obama come un fatto positivo. La Jamaa Islamiyya ha detto: “L'elezione di un presidente nero dimostra i veri valori islamici di non discriminazione”. Poi il capo di al Qaida in Iraq – un altro compagno di militanza di Zawahiri – ha festeggiato il cambio alla Casa Bianca con un comunicato che parlava di “vittoria della guerra santa”. Ora arriva il peso massimo, l'ideologo in capo di al Qaida e consigliere di Osama bin Laden, Zawahiri, a dettare la linea giusta ai compagni e a raffreddare gli entusiasmi per la sconfitta dei repubblicani: “Obama è il cameriere negro dei bianchi”. E l'America “può avere cambiato faccia, ma il suo cuore è sempre pieno di odio e la sua mente pregna di avidità e il suo spirito continua a essere quello di sempre.

    Nel discorso audio sovrapposto a immagini non attuali, Ayman al Zawahiri contrappone Obama al leader arrabbiato dei neri nei primi anni Sessanta (e musulmano convertito) Malcolm X, Malik al Shabazz nel suo nome arabo. Il presidente eletto “è l'esatto contrario dei rispettabili neri americani come Malik al Shabazz”. E' un “negro di casa”, docile e servizievole con i nemici, e non un “negro dei campi”, un'altra distinzione ispirata alle parole del leader americano della Nazione islamica, che nel video rilasciato dai terroristi appare in alcuni spezzoni storici. “Per questo Malik al Shabazz, possa Allah avere misericordia di lui – dice l'ideologo egiziano a Obama – è stato ucciso e invece tu ti sei arrampicato fino alla presidenza, per comandare la più grossa armata criminale della storia dell'umanità”. E come il presidente eletto, anche l'ex segretario di stato Colin Powell e quello attuale, Condoleezza Rice, sono chiamati “negri di casa”. Nel video c'è anche un breve filmato di Obama al Muro del Pianto di Gerusalemme. Il presidente per Zawahiri è un apostata, ha tradito la religione di suo padre per “pregare le preghiere degli ebrei”.
    Passata l'euforia interna agli Stati Uniti dopo il discorso storico del democratico al Grant's Park di Chicago, la realtà esterna mostra la stessa faccia di prima. La politica dell'Amministrazione americana, sia quella uscente di George W. Bush sia quella entrante di Barack Obama, è sempre e comunque inaccettabile per l'organizzazione terroristica.

    La difesa della democrazia in Afghanistan contro il ritorno dei talebani, la volontà di difendere l'incolumità delle truppe americane a Kabul anche con attacchi preventivi in territorio pachistano, l'alleanza politica e militare con lo stato di Israele, sono principi difficilmente negoziabili per un qualsiasi presidente alla Casa Bianca. Obama non farà eccezione. E nemmeno al Qaida. Del resto l'11 settembre 2001 l'operazione di Osama bin Laden per colpire New York e Washington si è conclusa, ma era cominciata almeno due anni prima, quando al potere c'era ancora il democratico Bill Clinton. Gli otto anni di George Bush sono stati soltanto un intervallo di tempo – piuttosto duro – nella storia del gruppo terrorista. Zawahiri sul piano strategico è furente soprattutto per l'annuncio di Obama: “Sposterò i soldati dall'Iraq all'Afghanistan” e per la volontà annunciata di colpire i santuari dei terroristi in Pakistan. “I cani afghani trovano deliziosa la carne dei tuoi soldati, mandacene a migliaia”.