Le facce da botulino, quelle che non si muovono

Botox horror picture show

Annalena Benini

Occhi spalancati, oppure un occhio spalancato e uno semichiuso, labbra bloccate in un ghigno, visi paralizzati in una espressione orgasmica standard, anche mentre si dorme. Sono le facce da botulino e sono fuori controllo: gonfie, lucide, identiche e senza età (ma non giovani, soltanto lisce). Meg Ryan è uguale a Nancy Brilli, Calista Flockhart è scambiabile con Emmanuelle Béart che a sua volta assomiglia a Eva Grimaldi, Nicole Kidman sembra Nina Moric, Sabrina Ferilli è perfettamente Cher, non c'è più nessuna differenza.

    Occhi spalancati, oppure un occhio spalancato e uno semichiuso, labbra bloccate in un ghigno, visi paralizzati in una espressione orgasmica standard, anche mentre si dorme. Sono le facce da botulino e sono fuori controllo: gonfie, lucide, identiche e senza età (ma non giovani, soltanto lisce). Meg Ryan è uguale a Nancy Brilli, Calista Flockhart è scambiabile con Emmanuelle Béart che a sua volta assomiglia a Eva Grimaldi, Nicole Kidman sembra Nina Moric, Sabrina Ferilli è perfettamente Cher, non c'è più nessuna differenza. E' un dramma: se loro, che erano così belle, che sono così famose, che possono avere i medici meno ciarlatani, le siringhe più delicate, le mani più leggere, si sono ridotte così, tremende bambole di cera che da vicino spaventano i bambini, noi poverette cosa diventeremo con l'invasione del botox democratico? Quello per cui ogni tanto arrestano qualcuno e prima ne intercettano le telefonate splatter: “A me mi è capitato ieri per sbaglio, perché ho cambiato siringa all'ultimo foro, di avere fatto il doppio della concentrazione”. Risposta dello pseudo medico: “Ma vaffanculo va', non se ne accorge neanche”. Non ce ne accorgiamo neanche, l'importante è avere la droga in faccia, una cosa da tossiche, l'importante è sembrare, in eterno, un po' tumefatte perché appena rientrate da una notte d'amore. Quelli in fissa con l'interpretazione psicanalitica dicono infatti che “meno si scopa e più si cerca di avere quest'aria ipersessualizzata” (quindi, oltre al danno irreversibile in faccia, anche la beffa di essere scoperte: guarda quella, è disperata, sarà un secolo che non ha un fidanzato, alla larga). Quelli visionari e scenaristi spiegano poi che “è questa la faccia del futuro, tra qualche anno sarete tutte così e sparirà la percezione della mostruosità”. E' la nuova emergenza ambientale planetaria: salviamo le facce delle ragazze, mettiamo i fiori nelle nostre siringhe, e fate l'amore non il botulino.

    La rivincita delle cozze
    C'è un effetto meraviglioso in questo siero paralizzante, però, ed è la rivincita delle cozze. Quelle che non hanno mai pensato al botulino perché prima avrebbero dovuto fare qualunque altra cosa (e allora tanto valeva lasciar perdere e rassegnarsi alla natura maligna), adesso sono le rare detentrici di una-faccia-che-si-muove. Una faccia che si può guardare anche da vicino, senza dover pensare a Michael Jackson. Aspettavamo il nostro momento, un po' cretine, quello in cui un uomo ci avrebbe amato per la nostra bellezza interiore. Ovviamente era un'ipotesi irrealizzabile, ma la reazione maschile generica ai ritocchi (“ha senso solo rifarsi le tette, tutto il resto è una follia”) ha provocato un imprevedibile spostamento di interesse verso le non botox, che sono diventate improvvisamente fascinose e vintage. Allora sì, mettete i fiori nelle vostre siringhe, liberate le vostre facce, ma non prima di averci permesso di rubarvi i fidanzati.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.