Oltre Alitalia

La seconda volta non si scorda mai

Marco Ferrante

Roma. Il risultato elettorale riporta al centro della scena della politica economica Giulio Tremonti, forte anche dell'affermazione politica della Lega. E' l'uomo che ha tenuto il rapporto tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. E' Tremonti il candidato naturale al governo dell'economia nella prossima legislatura.

    Roma. Il risultato elettorale riporta al centro della scena della politica economica Giulio Tremonti, forte anche dell'affermazione politica della Lega. E' l'uomo che ha tenuto il rapporto tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. E' Tremonti il candidato naturale al governo dell'economia nella prossima legislatura. “Questi risultati rafforzano molto Tremonti – dice Francesco Forte – nelle proposte e nella credibilità. Il nord sarà comunque dalla sua parte”. Che cosa bisogna aspettarsi dalla nuova stagione tremontiana: “Dal punto di vista tributario avrà una visione più produttivista, più dalla parte di artigiani e piccole imprese. Probabilmente sull'industria ci sarà un po' di sarkozismo localistico: dare una mano alle produzioni in difficoltà”. Dice Carlo Stagnaro, iperliberista dell'Istituto Bruno Leoni: “Sarò schematico. Le cose buone che potrebbe fare sono: 1) privatizzare quote di patrimonio pubblico; 2) una seria riforma fiscale, è l'unico in grado di farlo, compreso un accordo con il Mezzogiorno, fine dei sussidi, sostegno alla fiscalità differenziata. Le cose negative potrebbero essere: 1) un progetto di new deal in salsa italiana, quel mix di banca del sud e sostegno pubblico alla Malpensa; 2) una visione protezionista in sede Wto, e la possibilità che si iscriva al partito di chi vuole l'indebolimento della Bce”. Sul fronte internazionale la coalizione di centrodestra ha subito l'ostilità degli osservatori, abbiamo assistito a una nuova tornata di unfit-ismo, un po' di maniera, da parte della grande stampa economica, compreso il Wall Street Journal. Come reagirà Tremonti al fuoco estero? “E' uomo più di economia reale che di finanza – dice ancora Forte – dovrà tirare fuori da se stesso le doti per adattare le sue idee a un mondo cambiato, anche rispetto al libro che ha scritto. Lì si indicano fenomeni come i rincari energetici e delle materie prime, ma non era stata ancora messa a fuoco la questione dell'inflazione cinese. In un certo senso, dal punto di vista di Tremonti, la situazione internazionale è migliorata da quando il suo libro è uscito: l'indebolimento della Cina aiuta a trattare con i cinesi”. Osserva Francesco Giavazzi, economista da sempre in rapporto dialettico con Tremonti: “Chiunque ritiene che ci si possa mettere al riparo dalla globalizzazione si illude. Impossibile alzare muri. Le nostre imprese più vivaci hanno capito che mercati come Cina, India e Russia sono occasioni per espandersi. Ho paura che il leghismo-tremontismo rappresenti un'altra parte del mondo imprenditoriale, quella di chi è in ritardo. Penso, però, che tutti i politici europei, non solo gli italiani, cambiano molto quando sono al governo, intensificano il rapporto con Bruxelles e ragionano con un'altra apertura. Successe a Oskar Lafontaine, ed era accaduto a Tremonti la prima volta. Spero che gli capiti una seconda. C'è un altro aspetto interessante da valutare. Nel 2001 Tremonti aveva accanto Domenico Siniscalco, uomo aperto al mondo e suo grande amico, in grado di dirgli la verità. Credo che molto dipenderà da chi avrà accanto”. Per il centrodestra e chi ne governerà la politica economica, si apre il confronto anche nel rapporto con i portatori d'interessi, organizzazioni, sindacati. Ecco il parere di Giampaolo Galli, direttore generale dell'Ania, le assicurazioni italiane. “Spero – dice – che si possa dare attuazione a quello che era stato il motto della campagna elettorale di Berlusconi, liberare l'Italia dall'oppressione burocratica e fiscale. Significa ridurre lo stato, liberalizzare laddove c'è ancora da liberalizzare, ascoltando la voce delle categorie produttive. Sulla pressione fiscale, bisogna contemperare l'esigenza di ridurla con quella di tenere sotto controllo il debito pubblico. Per consentire il pareggio del bilancio nel 2011 la spesa primaria corrente deve rimanere ferma a prezzi correnti. Limitare gli sprechi, valorizzare il patrimonio pubblico, contrastare l'evasione va benissimo, ma non basta. A Tremonti dico che bisogna avviare un ragionamento complessivo sul sistema di welfare e i suoi confini, sulla sanità e sull'assistenza – in particolare agli anziani (fenomeno numericamente sempre più consistente) – che nei prossimi anni peseranno sui conti pubblici più delle pensioni”. Il rapporto con l'establishment economico e finanziario è ancora la vera sfida per il centrodestra. Giulio Tremonti, il migliore esponente della classe dirigente di centrodestra, è chiamato a un'operazione inclusiva, dialogante, che consenta il definitivo insediamento nell'establishment di una forza moderata e affidabile. Suggerimenti riguardo al rapporto con i poteri forti? “In qualunque democrazia – dice Galli – deve esserci dialogo costante fra tutte le componenti della classe dirigente. E' quanto è venuto a mancare negli ultimi due anni. Spero che si ricostituisca un terreno di dialogo e di assunzione di responsabilità condivisa. Dobbiamo lavorare insieme per rimettere in moto l'economia italiana”.